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UMANESIMO XIV-XV secolo
Umanesimo • MOVIMENTO CULTURALE CHE SI AFFERMA IN ITALIA NEL XV SECOLO MA CHE POI EBBE UNA DIMENSIONE EUROPEA • DERIVA DALL’ESPRESSIONE “STUDIA HUMANITATIS”
MONDO GRECO-ROMANO • L’ESPRESSIONE PIÙ COMPIUTA DELLE CAPACITÀ INTELLETTIVE, MORALI E ARTISTICHE DELL’UOMO CHE GLI CONSENTONO DI ESPRIMERE NELLA FORMA PIÙ ALTA LA SUA UMANITÀ
STUDIA HUMANITATIS • FORMANO L’UOMO • EDUCANO: TRAGGONO FUORI DALLA SUA IMMEDIATEZZA NATURALE, DALLA SUA FERINITÀ • PRIMATO DELLA PAROLA • RETORICA, GRAMMATICA, FILOLOGIA • INTIMO NESSO FRA POLITICA E CULTURA
UMANESIMO • DALLA VISIONE TEOCENTRICA A QUELLA ANTROPOCENTRICA • UOMO ARTEFICE DELLA SUA FORTUNA “HOMO FABER FORTUNAE SUAE”
• CONOSCENZA DIRETTA DELLE FONTI COME PUNTO DI RIFERIMENTO PER I PROBLEMI DELLA SOCIETÀ DEL TEMPO • CLASSICI STUDIATI CONTESTUALIZZANDOLI • ISPIRAZIONE, FONTE DI DIALOGO, NON RIPETIZIONE PEDISSEQUA
• UMANISTI: STUDIOSI E ATTIVI NELLA VITA POLITICA
• IL POTERE IN QUALSIASI FORMA SI ATTUI, DEVE SEMPRE ESSERE LEGITTIMATO DALLA CULTURA
NICCOLÒ MACHIAVELLI Firenze, 3 maggio 1469 Firenze, 21 giugno 1527
• 1469 FIRENZE • NO ISTRUZIONE UNIVERSITARIA • 1498 NOMINATO SEGRETARIO DELLA SECONDA CANCELLERIA • 1500 SEGRETARIO DELL’AMBASCIATORE PRESSO LA CORTE DEL RE DI FRANCIA • 1502 INVIATO PRESSO IL VALENTINO
• 1503 INVITATO AL CONCLAVE CHE ELESSE GIULIO II • 1507 IN GERMANIA ALLA CORTE DELL’IMPERATORE MASSIMILIANO OVE SI TRATTENNE FINO AL 1508 • 1508 -1510 INCARICHI DI PRESTIGIO: FIRMA SOTTOMISSIONE PISA A FIRENZE; IN FRANCIA PER SOLUZIONE A CONFLITTO FRANCIA E CHIESA CHE MINACCIAVA FIRENZE • 1512 I MEDICI RITORNANO A FIRENZE
• 1513 IMPRIGIONATO E TORURATO PER SOSPETTA PARTECIPAZIONE A CONGIURA • 1513 INIZIA I DISCORSI E LI INTERROMPE PER SCRIVERE IL PRINCIPE. • 1519 TERMINA I DISCORSI • 1526 SOVRINTENDENTE ALL’UFFICIO DEI PROCURATORI DELLE MURA CHE AVEVANO IL COMPITO DI PROVVEDERE ALLA DIFESA DELLA CITTÀ • 1526 I MEDICI VENGONO CACCIATI • 1527 MUORE
OPERE PRINCIPALI • IL PRINCIPE (1513) • I DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO LIVIO (1513 -19)
OGGETTO ANALISI • POTERE, FORZA, DOMINIO, LA VERA RAGIONE D’ESSERE DELLO STATO • POLITICA DEVE ESSERE STUDIATA NELLA SUA CONCRETA STORICA REALTÀ • REALTÀ POLITICA HA UNA SUA INTRINSECA NECESSITÀ
• INDIVIDUARE IL NESSO CHE ESISTE TRA LA POLITICA E IL MONDO UMANO, CALARLA NEI SENTIMENTI NELLE PASSIONI
POLITICA • COGLIERNE L’AUTONOMIA, CIÒ CHE LA DISTINGUE DALLA RELIGIONE DALLA MORALE E DAL DIRITTO • SCIENZA AUTONOMA
BENEDETTO CROCE • «IL NOME DI MACHIAVELLI È DIVENTATO QUASI SIMBOLO DELLA PURA POLITICA, ED ESSO SEGNA CERTAMENTE UNA FORTE CRISI NELLO SVOLGIMENTO DELLA SCIENZA. NON GIÀ CHE L’ANTICHITÀ NON AVESSE ALCUN SENTORE DELLA DISTINZIONE E DELL’ANTINOMIA TRA POLITICA ED ETICA: IL FATTO STESSO CHE LA LORO MATERIA FU ATTRIBUITA A DUE DIVERSE DISCIPLINE COMPROVA CHE QUELLA COSCIENZA VI FU»
• LE LEGGI DELLA POLITICA : SONO PROPRIE DEL MONDO, DEI RAPPORTI UMANI E NON SI POSSONO FAR RISALIRE A QUALCHE COSA CHE STA AL DI FUORI DI QUESTO MONDO
AGIRE UMANO • GLI UOMINI AGISCONO SPINTI DA MOTIVI PASSIONI E MECCANISMI PROPRI CHE DEVONO ESSERE INDAGATI SE SI VUOLE INTERVENIRE NEL MONDO REALE • PRESTARE ATTENZIONE ALLA VERITÀ EFFETTUALE
STATO • IL DOMINIO, LA FORZA CHE SOTTRAE L’UOMO AL SUO EGOISMO E LO RIPORTA ALLA DIGNITÀ DELL’ORDINE E DELLA VITA CIVILE
CONTESTO STORICO • CRISI STATI ITALIANI • FORMAZIONE STATI NAZIONALI • ESERCITI NAZIONALI DI FRANCIA E SPAGNA • ITALIA CAMPO DI BATTAGLIA
• VOLONTÀ DI COMPRENDERE CRISI DEGLI STATI ITALIANI • INDICARE IL PROGRAMMA PRATICO • I MEZZI ATTI A GARANTIRE LA STABILITÀ POLITICA DELL’ITALIA E LA SUA INDIPENDENZA
REALTÀ POLITICA • CRISI E DISORDINE • CORRUZIONE/NATURA UMANA
SITUAZIONE UMANA • ORDINE/DISORDINE • VOCAZIONE PER IL DISORDINE/ESIGENZA DI ORDINE
• POLITICA È CARATTERIZZATA DALLA NON STABILITÀ A CAUSA DELLA NATURA DELL’UOMO CHE È CARATTERIZZATA DALL’INCONTENTABILITÀ
VISONE NEGATIVA NATURA UMANA • INCONTENTABILITÀ • NOIA/DOLORE • DESIDERA TUTTO, ANIMATO DALLA CUPIDIGIA E DALL’AMBIZIONE • SEMPRE PRONTO A COMMETTERE IL MALE
SOCIETÀ POLITICA • È FATTA DAGLI UOMINI PER QUESTO BISOGNA ANALIZZARE IL COMPORTAMETO POLITICO PER COME EFFETTIVAMENTE SI REALIZZA
• UNA NETTA CONTRAPPOSIZIONE FRA QUELLO CHE SI DEVE FARE E QUELLO CHE SI FA • «MA, SENDO L’INTENTO MIO SCRIVERE COSA UTILE A CHI LA INTENDE, MI È PARSO PIÙ CONVENIENTE ANDAR DIRETO ALLA VERITÀ EFFETTUALE DELLA COSA CHE ALLA IMMAGINAZIONE DI ESSA» • POLITICA: ANALISI E DESCRIZIONE DEL COMPORTAMENTO POLITICO QUALE EFFETTIVAMENTE SI REALIZZA
POLITICA • VERITÀ EFFETTUALE DELLE COSE • NO IMMAGINAZIONE DELLE COSE STESSE
POLITICA • CONSISTE NELLO STUDIO DEI MEZZI E DEGLI ACCORGIMENTI MEDIANTE CUI L’UOMO VIENE SOTTRATTO AL DISORDINE
• LO STATO COME FORZA E COME DOMINIO È LA VERITÀ EFFETTUALE DELLA POLITICA. • SOLO MEDIANTE LA FORZA L’UOMO È SOTTRATTO AL SUO CHIUSO GRETTO EGOISMO, ALLA DISPERSIONE E AL DISORDINE GENERATI IN LUI DALLA SUA CONNATURATA MALVAGITÀ
STATO • È IL PRIMO SCRITTORE DELL’ETÀ MODERNA AD UTILIZZARE LA PAROLA STATO NEL SENSO DI COMUNITÀ, SOCIETÀ POLITICA SOVRANA • STATUS INDICAVA UNA CONDIZIONE GIURIDICA (LO STATUS DI LIBERO O SCHIAVO) CON IL PASSARE DEL TEMPO HA INZIZIATO AD ASSUMERE IL SIGNIFICATO DI CONDIZIONE PATRIMONIALE • IN INGHILTERRA “STATE”; IN SPAGNA “ESTADO”; IN FRANCIA “ETAT”
• “TUTTI GLI STATI, TUTTI E DOMINII CHE HANNO AVUTO ED HANNO IMPERIO SOPRA GLI UOMINI, SONO STATI E SONO O REPUBBLICHE O PRINCIPATI”
• PRINCIPATO: QUELLO STATO O ORDINE POLITICO CARATTERIZZATO DALLA UNITÀ DI COMANDO, REALIZZATA DA UN SOLO INDIVIDUO (PUÒ ESSERE ASSOLUTO O TEMPERATO)
• LA REPUBBLICA È QUELLA FORMA DI STATO IN CUI ASSUME RILIEVO DETERMINANTE L’AUTORITÀ DEL POPOLO CHE GODE DI UN’AMPIA LIBERTÀ IN QUANTO PUÒ PARTECIPARE AL GOVERNO DELLA COSA PUBBLICA
COSTITUZIONE MISTA • FONDATA SULLA COMPARTECIPAZIONE AL POTERE POLITICO DEL PRINCIPE DEGLI OTTIMATI E DEL POPOLO
“DE PRINCIPATIBUS” Il PRINCIPE • SCRITTO NEL 1513 • 26 CAPITOLI • DIVISO IN 4 PARTI
1. (capp. I-XI) enumera le diverse specie di stati e i mezzi che ne permettono la formazione 2. (capp. XII-XIV) affronta il problema delle milizie cittadine 3. (capp. XV-XXIV) esamina le qualità necessarie all’arte del governo 4. (cap. XXV) si parla del concetto di fortuna (cap. XXVI) esortazione a Lorenzo De Medici
• “TUTTI GLI STATI, TUTTI E' DOMINII CHE HANNO AVUTO E HANNO IMPERIO SOPRA LI UOMINI, SONO STATI E SONO O REPUBLICHE O PRINCIPATI. E' PRINCIPATI SONO, O EREDITARII, DE' QUALI EL SANGUE DEL LORO SIGNORE NE SIA SUTO LUNGO TEMPO PRINCIPE, O E' SONO NUOVI. E' NUOVI, O SONO NUOVI TUTTI, COME FU MILANO A FRANCESCO SFORZA, O SONO COME MEMBRI AGGIUNTI ALLO STATO EREDITARIO DEL PRINCIPE CHE LI ACQUISTA, COME È EL REGNO DI NAPOLI AL RE DI SPAGNA. SONO QUESTI DOMINII COSÌ ACQUISTATI, O CONSUETI A VIVERE SOTTO UN PRINCIPE, O USI AD ESSERE LIBERI; E ACQUISTONSI O CON LE ARMI D'ALTRI O CON LE PROPRIE, O PER FORTUNA O PER VIRTÙ”.
• DIVERSE REAZIONI CHE LA POLITICA SUSCITA NEI SUDDITI • ESAMINARE LE CONSEGUENZE DELLE IPOTESI PREVISTE • L’AZIONE POLITICA È NECESSITATA DALLA SITUAZIONE IN CUI SI TROVA CHI OPERA, E NECESSITANTE IN QUANTO CREA UNA NUOVA SITUAZIONE CHE RITORNA SULL’UOMO POLITICO COSTRINGENDOLO AD AGIRE, CIOÈ AD OPERARE DELLE SCELTE.
PRINCIPATO NUOVO • SI TRATTA DI PROCEDERE AD UN’ACCURATA ANALISI, CHE TENGA CONTO DI TUTTI GLI ELEMENTI, DELLA SITUAZIONE E DELLE DIVERSE REAZIONI CHE LA POLITICA DEL NUOVO PRINCIPE SUSCITA NEI SUDDITI
(XV) • «E MOLTI SI SONO IMMAGINATI REPUBBLICHE E PRINCIPATI CHE NON SI SONO MAI VISTI NÉ CONOSCIUTI ESSERE IN VERO. PERCHÉ EGLI È TANTO DISCOSTO DA COME SI VIVE A COME SI DOVREBBE VIVERE, CHE COLUI CHE LASCIA QUELLO CHE SI FA PER QUELLO CHE SI DOVREBBE FARE, IMPARA PIUTTOSTO LA RUINA CHE LA PRESERVAZIONE SUA: PERCHÉ UN UOMO CHE VOGLIA FARE IN TUTTE LE PARTE PROFESSIONE DI BUONO, CONVIENE RUINI INFRA TANTI CHE NON SONO BUONI. ONDE È NECESSARIO A UNO PRINCIPE, VOLENDOSI MANTENERE, IMPARARE A POTER ESSERE NON BUONO, E USARLO O NON L’USARE SECONDO LA NECESSITÀ» .
• SE IL PRINCIPE È CATTIVO, LO È PER NECESSITÀ • IL PRINCIPE È COSTRETTO A VOLTE A ESSERE CATTIVO PERCHÉ GLI UOMINI NON SONO BUONI, MA “TRISTI”, CIOÈ MALVAGI
POLITICA • È LO STUDIO DEI MEZZI CON CUI CONQUISTARE E CONSERVARE LO STATO
QUALITÀ DEL PRINCIPE • BISOGNA PORRE ATTENZIONE AI VIZI CHE TOLGONO LO STATO: 1. MEGLIO ESSERE CONSIDERATO PARSIMONIOSO CHE LIBERALE 2. MEGLIO ESSERE AMATO CHE TEMUTO ANCHE SE NON È PRUDENTE
(XVII) • “NASCE DA QUESTO UNA DISPUTA: S’EGLI È MEGLIO ESSERE AMATO CHE TEMUTO, O E CONVERSO. RISPONDESI CHE SI VORREBBE ESSERE L’UNO E L’ALTRO; MA PERCHÉ EGLI È DIFFICILE ACCOZZARLI INSIEME, È MOLTO PIÙ SICURO ESSERE TEMUTO CHE AMATO, QUANDO SI ABBIA A MANCARE DELL’UNO DE’ DUA. PERCHÉ DEGLI UOMINI SI PUÒ DIRE QUESTO GENERALMENTE: CHE SIENO INGRATI, VOLUBILI, SIMULATORI E DISSIMU-LATORI, FUGGITORI DE’ PERICOLI, CUPIDI DI GUADAGNO; E MENTRE FAI LORO BENE, SONO TUTTI TUA, OFFERONTI EL SANGUE, LA ROBA, LA VITA, E’ FIGLIUOLI, COME DI SOPRA DISSI, QUANDO IL BISOGNO È DISCOSTO; MA QUANDO TI SI APPRESSA, E’ SI RIVOLTANO”
PASSIONI • RUOLO FONDAMENTALE NEL RAPPORTO DI COMANDO E OBBEDIENZA
AMORE/TIMORE • “PERCHÉ L’AMORE È TENUTO DA UNO VINCULO DI OBBLIGO, IL QUALE, PER ESSERE GLI UOMINI TRISTI, DA OGNI OCCASIONE DI PROPRIA UTILITÀ È ROTTO; MA IL TIMORE È TENUTO DA UNA PAURA DI PENA CHE NON TI ABBANDONA MAI”
ODIO • “FUGGA L’ODIO; PERCHÉ PUÒ MOLTO BENE STARE INSIEME ESSERE TEMUTO E NON ODIATO; IL CHE FARÀ SEMPRE, QUANDO SI ASTENGA DALLA ROBA DE’ SUA CITTADINI E DE’ SUA SUDDITI E DALLE DONNE LORO”
• “ASTENERSI DALLA ROBA D’ALTRI; PERCHÉ GLI UOMINI SDIMENTICANO PIÙ PRESTO LA MORTE DEL PADRE CHE LA PERDITA DEL PATRIMONIO”
QUALITÀ DI COMANDO • FORZA E ACCORTEZZA • 2 MODI DI GOVERNARE CON LE LEGGI E CON LA FORZA • VOLPE E LIONE
MODI DI COMBATTERE (XVIII) • “DOVETE ADUNQUE SAPERE COME SONO DUA GENERAZIONI DI COMBATTERE: L’UNO CON LE LEGGI, L’ALTRO CON LA FORZA: QUEL PRIMO È PROPRIO DELL’UOMO, QUEL SECONDO È DELLE BESTIE: MA, PERCHÉ EL PRIMO MOLTE VOLTE NON BASTA, CONVIENE RICORRERE AL SECONDO”
GOLPE E LIONE • “SENDO DUNQUE UNO PRINCIPE NECESSITATO SAPERE BENE USARE LA BESTIA, DEBBE DI QUELLE PIGLIARE LA GOLPE E IL LIONE; PERCHÉ IL LIONE NON SI DIFENDE DA’ LACCI, LA GOLPE NON SI DIFENDE DA’ LUPI”
SIMULATORE E DISSIMULATORE • “A UNO PRINCIPE, ADUNQUE, NON È NECESSARIO AVERE IN FATTO TUTTE LE SOPRASCRITTE QUALITÀ, MA È BENE NECESSARIO PARERE DI AVERLE […. ] VEDERLO E UDIRLO TUTTO PIETÀ, TUTTO FEDE, TUTTO INTEGRITÀ, TUTTO UMANITÀ, TUTTO RELIGIONE”
• GIUSTIFICAZIONE DEL PRIMATO DELLA POLITICA SULL’ETICA E SULLA RAGIONE • ALCUN BISOGNO CHE IL PRINCIPE SIA PIETOSO, UMANO RELIGIOSO, SINCERO, LEALE, FEDELE: L’IMPORTANTE È CHE IL PRINCIPE SEMBRI ESSERE TALE. • LA GRANDE MAGGIORANZA DEGLI UOMINI NON È IN GRADO DI DISTINGUERE CIÒ CHE APPARE DA CIÒ CHE È
• CONTA CONQUISTARE E CONSERVARE IL POTERE E IN QUESTO CASO IL SUCCESSO FARÀ CONSIDERARE BUONI E ONOREVOLI TUTTI I MEZZI
AMBITO PUBBLICO/PRIVATO • PRIVATO: SUSSISTE L’UGUAGLIANZA FRA L’ESSERE E IL SEMBRARE • PUBBLICO: NELLA SFERA DEL PUBBLICO TALE CORRISPONDENZA VIENE MENO: COSÌ ACCADE CHE AZIONI CHE HANNO PER FINE IL BENE DEI CONSOCIATI, INVECE SEMBRANO A QUESTI ULTIMI PERSEGUIRE FINI OPPOSTI
MORALE • I VALORI MORALI VENGONO COMUNQUE AFFERMATI E CONSIDERATI FONDAMENTALI PER IL SUSSISTERE DELLA SOCIETÀ
FORZA • L’USO DELLA FORZA È IMPOSTO AL PRINCIPE SOLO DALLA NECESSITÀ: LA SITUAZIONE DI NECESSITÀ È QUELLA IN CUI È IN GIOCO L’ESISTENZA STESSA DELLO STATO
IL MALE • IL COSTO INELIMINABILE MEDIANTE IL QUALE SI REALIZZA NELLA STORIA L’ORDINE POLITICO
POLITICO • PUÒ MUTARE IL CORSO DELLA STORIA SFRUTTANDO LE SITUAZIONI FAVOREVOLI E CONTRASTANDO QUELLE SFAVOREVOLI
VIRTÙ • LA VIRTÙ MACHIAVELLIANA È L’ASSOLUTA CONCENTRAZIONE DI TUTTE LE ENERGIE SUL FINE PROPRIO DELLA POLITICA: LA CONQUISTA E LA DIFESA DEL POTERE • LA PRUDENZA È UNA SUA CONSEGUENZA E CONSISTE NEL SAPER RAZIONALIZZARE I PROPRI COMPORTAMENTI PER INDIRIZZARLI IN MODO SISTEMATICO AL CONSEGUIMENTO DEL FINE
FORTUNA • “E ASSOMIGLIO QUELLA A UNO DI QUESTI FIUMI ROVINOSI, CHE, QUANDO SI ADIRANO, ALLAGANO E PIANI, RUINANO GLI ALBERI E GLI EDIFIZII […] NON RESTA PERÒ CHE GLI UOMINI, QUANDO SONO IN TEMPI QUIETI, NON VI POTESSINO FARE PROVVEDIMENTI E CON RIPARI E ARGINI, IN MODO CHE, CRESCENDO POI, O EGLI ANDREBBANO PER UNO CANALE, O L’IMPETO LORO NON SAREBBE NÉ SÌ LICENZIOSO NÉ SÌ DANNOSO. ”
• “SIMILMENTE INTERVIENE DELLA FORTUNA; LA QUALE DIMOSTRA LA SUA POTENZA DOVE NON È ORDINATA VIRTÙ A RESISTERLE”
• “SIA MEGLIO ESSERE IMPETUOSO CHE RISPETTIVO; PERCHÉ LA FORTUNA È DONNA: ED È NECESSARIO, VOLENDOLA TENERE SOTTO, BATTERLA E URTARLA. ”
• CAPITOLO FINALE DEL PRINCIPE ESORTAZIONE A LORENZO DE MEDICI AFFINCHÈ COSTITUISCA UN FORTE STATO ITALIANO CENTRO SETTENTRIONALE • NIPOTE DEL GRANDE LORENZO
CAPITOLO XXVI • «CONSIDERATO ADUNQUE TUTTE LE COSE DI SOPRA DISCORSE, E PENSANDO MECO MEDESIMO SE AL PRESENTE IN ITALIA CORREVANO TEMPI DA ONORARE UN NUOVO PRINCIPE, E SE CI ERA MATERIA CHE DESSI OCCASIONE A UNO PRUDENTE E VIRTUOSO DI INTRODURVI FORMA CHE FACESSI ONORE A LUI E BENE ALLA UNIVERSALITÀ DELLI UOMINI DI QUELLA, MI PARE CONCORRINO TANTE COSE IN BENEFIZIO DI UNO PRINCIPE NUOVO CHE IO NON SO QUAL MAI TEMPO FUSSI PIÚ ATTO A QUESTO. E SE, COME IO DISSI, ERA NECESSARIO VOLENDO VEDERE LA VIRTÚ DI MOISÈ CHE IL POPOLO D’ISRAEL FUSSI STIAVO IN EGITTO, [UN LIBERATORE È VENUTO FUORI PROPRIO NEL MOMENTO IN CUI GLI EBREI ERANO SCHIAVI, NEL MOMENTO DELLA NECESSITÀ EMERGONO I GRANDI UOMINI, QUESTA È LA SUA SPERANZA] E A CONOSCERE LA GRANDEZZA DELLO ANIMO DI CIRO ERA NECESSARIO CH’ E PERSI FOSSERO OPPRESSATI DAI MEDI, E LA ECCELLENZA DI TESEO CHE LI ATENIESI FUSSINO DISPERSI;
• COSÍ AL PRESENTE, VOLENDO CONOSCERE LA VIRTÚ DI UNO SPIRITO ITALIANO, ERA NECESSARIO CHE LA ITALIA SI RIDUCESSI NEL TERMINE CHE ELLA È DI PRESENTE, E CHE LA FUSSI PIÙ STIAVA CHE GLI EBREI, PIÚ SERVA CH’E PERSI, PIÚ DISPERSA CHE GLI ATENIESI, SANZA CAPO, SANZA ORDINE, BATTUTA, SPOGLIATA, LACERA, CORSA E AVESSI SOPPORTATO D’OGNI SORTE RUINA» .
• «NON SI DEBBA ADUNQUE LASCIARE PASSARE QUESTA OCCASIONE, ACCIÒ CHE LA ITALIA DOPO TANTO TEMPO VEGGA UNO SUO REDENTORE. NÉ POSSO ESPRIMERE CON QUALE AMORE È FUSSI RICEVUTO IN TUTTE QUELLE PROVINCIE CHE HANNO PATITO PER QUESTE ILLUVIONI ESTERNE: CON CHE SETE DI VENDETTA, CON CHE OSTINATA FEDE, CON CHE PIETÀ, CON CHE LACRIME. QUALI PORTE SE LI SERREREBBANO? QUALI POPOLI LI NEGHEREBBANO LA OBBEDIENZIA? QUALE INVIDIA SE LI OPPORREBBE? QUALE ITALIANO LI NEGHEREBBE L’OSSEQUIO? A OGNUNO PUZZA QUESTO BARBARO DOMINIO. PIGLI ADUNQUE LA ILLUSTRE CASA VOSTRA QUESTO ASSUNTO CON QUELLO ANIMO E CON QUELLA SPERANZA CHE SI PIGLIANO LE IMPRESE IUSTE; ACCIÒ CHE SOTTO LA SUA INSEGNA, E QUESTA PATRIA NE SIA NOBILITATA, E SOTTO LI SUA AUSPIZII SI VERIFICHI QUEL DETTO DEL PETRARCA: VIRTÙ CONTRO A FURORE PRENDERÀ L’ARME; E FIA EL COMBATTER CORTO CHÉ L’ANTICO VALORE. NELL’ITALICI COR NON È ANCOR MORTO» .
• JEAN JACQUES ROUSSEAU HA SOSTENUTO CHE MACHIAVELLI È UN GRANDE FILOSOFO DELLA LIBERTÀ E DELLA REPUBBLICA, CHE IN APPARENZA DÀ UNA RICETTA AL PRINCIPE, MA IN EFFETTI SMASCHERA COME FUNZIONA IL POTERE, DENUNCIA IL POTERE.
• NEI SEPOLCRI FOSCOLO PONE MACHIAVELLI NEL PANTHEON, TRA I GRANDISSIMI, INDICANDOLO COME COLUI CHE HA SCOPERTO «DI CHE LACRIME GRONDI E DI CHE SANGUE, LO SCETTRO AI REGGITORI» . MACHIAVELLI HA MOSTRATO COME LO SCETTRO DEI PRÍNCIPI, DEI GOVERNANTI, GRONDI LACRIME E SANGUE, HA CIOÈ SMASCHERATO I MECCANISMI DEL POTERE. • UNA LETTURA MODERATA DI MACHIAVELLI.
• “IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI”
• È UN’INTERPRETAZIONE IMPROPRIA DEL PENSIERO DI MACHIAVELLI • SI PUÒ AGIRE IN DIFFORMITÀ DAI PRINCIPI MORALI, MA SOLO SE SI OPERA IN VISTA DEL VALORE PIÚ ALTO CHE È LO STATO
PRINCIPE • È UNA SORTA DI REMEDIUM INIQUITATIS, UN RIMEDIO AL MALE; PER EVITARE CHE CI SIA UNO SCATENAMENTO CRUDELE DEGLI EGOISMI È OPPORTUNO IPOTIZZARE UN POTERE SUPERIORE CHE VI METTA FRENO. • L’USO DELLA FORZA DA PARTE DEL PRINCIPE È GIUSTIFICATO PERCHÉ IL MALE CHE EGLI PUÒ ESERCITARE EVITA UN MALE MAGGIORE
DISCORSI • CONFRONTO CON GLI ANTICHI • CERCA DI DIMOSTRARE SULLA BASE DI QUALI ORDINI POLITICI E MEDIANTE QUALE PRECETTISTICA SIA POSSIBILE FONDARE E CONSERVARE UNO STATO CHE ABBIA COME PRINCIPIO PRIMO DEL SUO ORDINE POLITICO LA LIBERTÀ DEL POPOLO
• COME ATTUARE UNA COMUNITÀ DI VITA IN CUI POSSA ESPRIMERSI LA VIRTÙ
NATURA UMANA • CONCEZIONE POSITIVA DEL POPOLO • I MOLTI SOGGETTO ATTIVO DI POTERE POLITICO
• 1. 2. • CONTRASTI TRA SENATO E POPOLO FIRENZE ALLA ROVINA ROMA ALLA GRANDEZZA CONFLITTO HA UN VALORE POSITIVO
• FIRENZE: I PRINCIPI CONFLIGGONO SUL TERRENO EXTRA ISTITUZIONALE E PRIVATO, CORRODENDO DALL’INTERNO LA REPUBBLICA • ROMA: LA TENSIONE E I CONFLITTI FRA NOBILI E POPOLO TROVARONO ISTITUZIONI E ORDINI CHE LI FINALIZZARONO, ALMENO SINO AI GRACCHI, ALL’INTERESSE DELLA REPUBBLICA. IL CONFLITTO FU PORTATO NELLA DIMENSIONE PUBBLICA E ISTITUZIONALE, E TENUTO SOTTO CONTROLLO GRAZIE AL TRIBUNATO DELLA PLEBE
• “Io dico che coloro che dannono i tumulti intra i Nobili e la Plebe, mi pare che biasimino quelle cose che furono prima causa del tenere libera Roma; e che considerino più a' romori ed alle grida che di tali tumulti nascevano, che a' buoni effetti che quelli partorivano; e che e' non considerino come e' sono in ogni republica due umori diversi, quello del popolo, e quello de' grandi; e come tutte le leggi che si fanno in favore della libertà, nascano dalla disunione loro, come facilmente si può vedere essere seguito in Roma; perché da' Tarquinii ai Gracchi, che furano più di trecento anni, i tumulti di Roma rade volte partorivano esilio e radissime sangue. Né si possano per tanto, giudicare questi tomulti nocivi, né una republica divisa, che in tanto tempo per le sue differenzie non mandò in esilio più che otto o dieci cittadini, e ne ammazzò pochissimi, e non molti ancora ne condannò in danari”
• “Né si può chiamare in alcun modo con ragione una republica inordinata, dove siano tanti esempli di virtù; perché li buoni esempli nascano dalla buona educazione, dalle buone leggi; e le buone leggi, da quelli tumulti che molti inconsideratamente dannano: perché, chi esaminerà bene il fine d'essi, non troverrà ch'egli abbiano partorito alcuno esilio o violenza in disfavore del commune bene, ma leggi e ordini in beneficio della publica libertà”
• LA DIMENSIONE POSITIVA DEL CONFLITTO COME CARDINE DEL SUCCESSO DELLA REPUBBLICA
POPOLO • BISOGNA AFFIDARGLI I POTERI NECESSARI PER DIFENDERE LA LIBERTÀ CONTRO I TENTATIVI DI INSTAURARE UN REGIME OLIGARCHICO • GLI ORDINI POPOLARI SONO L’UNICA VERA GARANZIA DI LIBERTÀ DELLO STATO REPUBBLICANO
• TUTTI MALVAGI, MA I NOBILI HANNO MAGGIORI RISORSE ECONOMICHE E POLITICHE • LA MOLTITUDINE È PIÙ SAVIA E PIÙ COSTANTE DEL PRINCIPE • CITTADINI MENO DIFFIDENTI VERSO COLORO CHE HANNO ACQUISITO GRANDI MERITI
ORGANIZZAZIONE DELLO STATO COMUNITÀ • SI STRUTTURA IN 3 LIVELLI FRA LORO STRETTAMENTE CONNESSI 1. COSTUMI 2. LEGGI 3. ORDINI
ORDINE • FONDAMENTALI ISTITUZIONI POLITICHE • IL MODO CON CUI VIENE ESERCITATO IL POTERE, CIOÈ IL DIVERSO GRADO DI PARTECIPAZIONE DEL POPOLO E DEI NOBILI ALL’AMMINISTRAZIONE DEL POTERE, E PERTANTO AL MODO IN CUI VENIVANO ASSEGNATE LE CARICHE PUBBLICHE.
LE LEGGI • GARANTISCONO LA LIBERTÀ, LA SICUREZZA E LA TRANQUILLITÀ • BISOGNA CHE SIANO RISPETTATE DA TUTTI ANCHE DA CHI LE PROMUOVE
COSTUMI • VERO FONDAMENTO DELL’ORGANIZZAZIONE STATALE • IN ESSI SI ESPRIME QUELLA VIRTÙ CHE CONSENTE A TUTTI I CONSOCIATI DI PARTECIPARE ALLA VITA DELLA COLLETTIVITÀ, CONSAPEVOLEZZA DEI FINI COMUNI
LA RELIGIONE • È TIMORE DI DIO • È IL PRESUPPOSTO DELL’OBBEDIENZA ALLA LEGGE E AL COMANDO DEI MAGISTRATI • IL FONDAMENTO DELLA FEDE SIA PRIVATA CHE PUBBLICA • TRAMITE ESSA DALLA FEROCIA ALLA UMANITÀ CIVILE
LA RELIGIOSITÀ • TOGLIE L’UOMO DALLA SUA NATURALE INCLINAZIONE ALLA DISPERSIONE, AL DISORDINE, ALLA INCERTEZZA, AL SUO CHIUSO E GRETTO EGOISMO • BISOGNA MANTENERE INCORROTTA LA RELIGIONE PERCHÈ DALLA PUREZZA E SINCERITÀ DI QUEST’ULTIMA DIPENDONO LA VIRTÙ POLITICA DEL POPOLO, I BUONI COSTUMI, I BUONI ORDINI LE BUONE LEGGI
RELIGIONE • DEVE RIMANERE INCORROTTA PER PRESERVARE LA VIRTÙ DEL POPOLO • ATTEGGIAMENTO MONDANO DELLA CHIESA HA DEI RISVOLTI ANCHE SUL PIANO POLITICO VISTO CHE SI TRATTA DI UNO STATO
Riferimenti bibliografici • M. D’Addio, Storia Delle Dottrine Politiche, vol. I, Genova, ECIG, 1996, pp. 211 -219; 281 -305 • C. Galli (a cura di), Manuale di storia del pensiero politico, Bologna, Il Mulino, 2001, pp. 99 -113 • J. J. Chevalier, Storia del pensiero politico, vol. II, Il Mulino, Bologna, 1989, pp. 17 -43 • N. Machiavelli, Il Principe, Milano, RCS Rizzoli, 1975 • http: //www. iisf. it/index. htm