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Teoria neoclassica del consumatore • utilità: piacere o privazione del dolore • obiettivo del Teoria neoclassica del consumatore • utilità: piacere o privazione del dolore • obiettivo del consumatore: massima utilità totale cioè: • Max Ut = U (Qa, Qb, . . . Qn) • per acquistare i beni a e b è dato un reddito limitato R: • R = Qa. Pa + Qb. Pb • Dato il reddito, l’utilità è massima quando la retta del bilancio è tangente alla curva di indifferenza.

Teoria del consumatore e domanda dei beni di consumo Teoria del consumatore e domanda dei beni di consumo

Elasticità della domanda al prezzo • Ep = d. Q / Q : d. Elasticità della domanda al prezzo • Ep = d. Q / Q : d. P / P = = d. Q / d. P. P / Q • Se la curva di domanda è una retta d. Q/d. P è costante ma P/Q varia in ogni punto • Ep < 1 domanda rigida od inelastica; • Ep = 1 domanda a elasticità unitaria od anelastica; • Ep > 1 domanda elastica • Elasticità al prezzo (Shultz, 1938): • carne bovina 0, 92 • abbigliamento 3, 00 • benzina 0, 52 • zucchero 0, 31

Elasticità della domanda al reddito • Er = d. Q / Q : d. Elasticità della domanda al reddito • Er = d. Q / Q : d. R / R • Er < 0, beni inferiori • Er > 0, beni normali • Er < 1, beni normali necessari • Er > 1, beni normali superiori o di lusso • Elasticità al reddito (USA, Wold, 1953): • farina - 0, 36 • margarina - 0, 20 • burro + 0, 42 • frutta + 0, 70 • carne + 0, 35 • pasti ristorante + 1, 48

Elasticità al reddito nei diversi paesi • • paese cereali patate zucchero ortaggi carne Elasticità al reddito nei diversi paesi • • paese cereali patate zucchero ortaggi carne uova Usa (66) -0, 06 -0, 03 -0, 09 0, 02 0, 09 -0, 05 Francia -016 -0, 11 0, 08 0, 07 -0, 03 U. K. -0, 20 -0, 26 -0, 39 0, 04 0, 08 0, 03 Marocco 0, 33 0, 36 0, 37 0, 48 0, 71 Pakistan 0, 02 0, 32 0, 69 - 2, 21 2, 42 India 0, 18 1, 27 0, 31 Brasile 0, 11 0, 06 0, 10 0, 37 0, 41 0, 56

Lancaster, Modern Consumer Theory: i principi base • 1. IL CONSUMATORE NON SI INTERESSA Lancaster, Modern Consumer Theory: i principi base • 1. IL CONSUMATORE NON SI INTERESSA AI BENI COME TALI MA ALLE LORO PROPRIETA’ O CARATTERISTICHE. • 2. LE PREFERENZE INDIVIDUALI AGISCONO SULLE CARATTERISTICHE E QUINDI SI SCELGONO PANIERI DI CARATTERISTICHE; IL VINCOLO DI BILANCIO AGISCE INVECE SUI BENI (IL CONSUMATORE ACQUISTA PANIERI DI BENI). • 3. LE RELAZIONI FRA BENI E LORO CARATTERISTICHE E' DETERMINATA DALLA “TECNOLOGIA' DI CONSUMO” E SI POSSONO DEFINIRE “OGGETTIVE”. • 4. LE PREFERENZE SOGGETTIVE DETERMINANO I PESI RELATIVI DI CARATTERISTICHE NEI RELATIVI PANIERI: I SOGGETTI SCELGONO DIVERSI PANIERI DI BENI, SEBBENE POSSANO FARE RIFERIMENTO A UNA COMUNE “TECNOLOGIA DI CONSUMO”.

Differenze fra ‘nuova teoria’ e teoria neoclassica • • L'OTTIMA DEL CONSUMATORE DEV’ESSERE EFFICIENTE Differenze fra ‘nuova teoria’ e teoria neoclassica • • L'OTTIMA DEL CONSUMATORE DEV’ESSERE EFFICIENTE (MINIMO COSTO SCELTA DEI BENI DI COMBINAZIONI DI CARATTERISTICHE PREFERITE); COME LE IMPRESE I CONSUMATORI POSSONO ESSERE INEFFICIENTI E L'INFORMAZIONE SUI BENI HA VALORE SOCIALE. IL NUMERO DELLE CARATTERISTICHE ENTRANO NELLA SCELTA DEL CONSUMATORE E’ PICCOLO RISPETTO AL NUMERO DEI BENI DISPONIBILI: ECCO PERCHE' I CONSUMATORI ACQUISTANO PICCOLI SOTTOINSIEMI DI BENI DISPONIBILI (VEDI LE “NICCHIE” DI PRODOTTI AGRO-ALIMENTARI). IL CONCETTO DI SOTTOINSIEME E' IMPORTANTE NELL'ANALISI DI MERCATO PER SPIEGARE LE DIFFERENZE DI COMPORTAMENTO DEI CONSUMATORI: IL SOTTOINSIEME E’ DATO DA VARIE PROPORZIONI DI BENI CON LE STESSE CARATTERISTICHE (CARATTERISTICHE NON SONO POSSEDUTE DAI BENI DI ALTRI SOTTOINSIMI O GRUPPI). LE RELAZIONI TRA I BENI SONO DATE DALLA TECNOLOGIA DI CONSUMO. IL GRADO DI SIMILARIRITA' TRA BENI, LA DIFFERENZA TRA BENI NUOVI E VERSIONI DIVERSE DI BENI ESISTENTI, CONCETTI MANCANTI DI OGGETTIVITA’ NELLA TEORIA NEOCLASSICA, SONO ORA DEFINIBILI COME POSSESSO O ASSENZA DI CARATTERISTICHE COMUNI O IN TERMINI DI DIFFERENTI PROPORZIONI DI QUESTE.

Nuovo modello di comportamento del consumatore • • UN PASTO HA CARATTERISTICHE SIA NUTRIZIONALI Nuovo modello di comportamento del consumatore • • UN PASTO HA CARATTERISTICHE SIA NUTRIZIONALI CHE ESTETICHE: UN DINNER PARTY E' LA COMBINAZIONE DI DUE BENI - PASTO E RIUNIONE SOCIALE - CON CARATERISTICHE NUTRIZIONALI ED ESTETICHE DIVERSE RISPETTO ALLE COMBINAZIONI DI CARATTERISTICHE RICHIESTE PER UN PASTO E PER UNA RIUNIONE SOCIALE CONSUMATI SEPARATAMENTE: LA TECNICA DI CONSUMO DI UN DINNER PARTY E' DEL TUTTO DIVERSA DALLA TECNICA DI CONSUMO DI UN PASTO QUOTIDIANO (UNA CENA) O DI UNA RIUNIONE (IN CUI SI OFFRANO ANCHE SALATINI E BEVANDE). IL CONSUMO E' QUINDI ASSIMILABILE ALLA PRODUZIONE; I BENI SINGOLI O COMBINATI SONO GLI INPUT E LE CARATTERISTICHE O COMBINAZIONI DI CARATTERISTICHE SONO GLI OUTPUT; UN BENE IUN QUANTO TALE NON PRODUCE UTILITA‘: SONO LE SUE CARATTERISTICHE, VALORIZZATE DALLA TECNOLOGIA DI CONSUMO, CHE PRODUCONO UTILITA'. GLI ORDINAMENTI DI PREFERENZA ESPRESSI DAL CONSUMTAORE SONO CLASSIFICAZIONI DI COMBINAZIONI DI CARATERISTICHE E NON SONO UN’ESPRESSIONE DIRETTA DELLE COMBINAZIONI DEI BENI. LA STRUTTURA TRA BENI E CARATTERISTICHE E' IN LINEA DI PRINCIPIO OGGETTIVA: IL PERSONALE ELEMENTO DI SCELTA SI MANIFESTA NELLA SCELTA DI COMBINAZIONI DI CARATTERISTICHE MA NON NELLA ALLOCAZIONE DI CARATTERISTICHE NEI BENI (MA, E’ PROPRIO COSI’? . . . )

Un avanzamento nella teoria di Lancaster • IL CONSUMATORE NON E' ASSEMBLATORE DI CARATTERISTICHE Un avanzamento nella teoria di Lancaster • IL CONSUMATORE NON E' ASSEMBLATORE DI CARATTERISTICHE DATA LA TECNICA DI CONSUMO: CON L'ESPERIENZA COMPIUTA SPERIMENTANDO LE TECNICHE DI CONSUMO, SCOPRE NUOVE CARATTERISTICHE DEI BENI (ACCOSTAMENTO FRA VINI E CIBI IN SEGUITO A NUMEROSI ASSAGGI OD A CORSI DI SOMMELLIER). • E’ IMPORTANTE UNA CORRETTA INFORMAZIONE, MA LO E’ DI PIU’ L’APPRENDIMENTO DELLA CONOSCENZA, FATTA TRAMITE LA SPERIMENTAZIONE DI TECNICHE DI CONSUMO CHE PORTA IL CONSUMATORE A SCOPRIRE VIA NUOVE CARATTERISTICHE. • NELL’APPRENDIMENTO DELLA CONOSCENZA IL SOGGETTO NON AGISCE INDIVIDUALMENTE MA CONTESTUALMENTE, NELLA FAMIGLIA O NELLA COMUNITA’ ALLARGATA DOV’EGLI VIVE, IN QUANTO L’APPRENDIMENTO DELLE TECNICHE DI CONSUMO E DELLE CARATTERISTICHE DEI BENI E’ UN APPRENDIMENTO DI CONOSCENZA TACITA E CONTESTUALE OTTENUTO TRAMITE L’OSSERVAZIONE DEI COMPORTAMENTI DI CHI VIVE VICINO E DEL LORO ESEMPIO E INFINE CON L’ESPERIENZA INDIVIDUALE.

Offerta di periodo brevissimo (o di periodo di mercato) • In periodo brevissimo - Offerta di periodo brevissimo (o di periodo di mercato) • In periodo brevissimo - o di mercato - l’offerta è una quantità data, che non si può modificare né in aumento (manca il tempo per una nuova produzione) né in diminuzione (se il prodotto non può essere conservato né trasferito e venduto in altri mercati)

Offerta di periodo breve • Nel periodo breve si può modificare l’offerta, in quanto Offerta di periodo breve • Nel periodo breve si può modificare l’offerta, in quanto l’impianto (o la struttura aziendale) si può utilizzare in modi diversi, aumentando o diminuendo l’impiego dei fattori variabili, cioè spostandosi sulla curva dei costi marginali che è la curva di offerta di b. p.

Periodo lungo: entrata di nuove imprese nel mercato e annullamento del profitto Periodo lungo: entrata di nuove imprese nel mercato e annullamento del profitto

Offerta di periodo lungo nel mercato perfettamente concorrenziale Offerta di periodo lungo nel mercato perfettamente concorrenziale

Offerta di periodo lungo in mercati non perfettamente concorrenziali • Nel periodo lungo si Offerta di periodo lungo in mercati non perfettamente concorrenziali • Nel periodo lungo si può modificare la struttura produttiva, ma se un fattore è limitante si ha una minore possibilità di adattare i fattori aziendali e la curva di offerta che è la linea che unisce i costi medi totali delle imprese è crescente per i maggiori costi per acquisire il fattore scarso

Curva di inviluppo dei costi medi con economie/diseconomie di scala • In presenza di Curva di inviluppo dei costi medi con economie/diseconomie di scala • In presenza di economie/ diseconomie di scala la curva di offerta di lungo periodo è decrescente se esistono economie di scala (i costi medi totali minimi decrescono) ed è crescente se si verificano diseconomie di scala: l’offerta di lungo periodo coincide con la curva di inviluppo dei costi medi

EQUILIBRIO DI MERCATO • Funzione di domanda: Qd = 9 - P • Funzione EQUILIBRIO DI MERCATO • Funzione di domanda: Qd = 9 - P • Funzione di offerta: • Qs = 3 + 2 P • Prezzo di equilibrio: Qd = Qs; • 9 - P = 3 + 2 P; • P=6: 3=2 • Quantità di equilibrio: • Qd = 9 - 2 = 7 • Qs = 3 + 4 = 7

Ricavo (spesa) totale e marginale • Ricavo totale (settore o monopolista) e Spesa del Ricavo (spesa) totale e marginale • Ricavo totale (settore o monopolista) e Spesa del consumatore: RT = Qd. P = (9 - P). P = 9 P - P 2 • Ricavo marginale (spesa marginale consumatore): RMa=d RT/d Qd = 9 - 2 P • RT = 0 (P = 9; Qd = 0) • RMa = 0 (P=4, 5; Qd =0) • Poiché RMa = P (1 -1/Ep) Rma = 0 quando Ep = 1

Periodo di mercato e effetto King • Flessibilità al prezzo (“price flexibility”): • Fp=d. Periodo di mercato e effetto King • Flessibilità al prezzo (“price flexibility”): • Fp=d. P/P: d. Qd/Qd=1/Ep • “Effetto King”: se Ep <1, Fp > 1 e Q aumenta, P diminuisce più di Q e RT scende; se Q diminuisce, P aumenta più di Q e RT sale; se Ep>1, Fp<1 e Q aumenta, P diminuisce meno di Q e RT aumenta; se Q cala, P aumenta meno di Q e RT scende.

FUNZIONI DEL MERCATO DEI PRODOTTI AGRICOLI • Concentrazione offerta • Per le funzioni del FUNZIONI DEL MERCATO DEI PRODOTTI AGRICOLI • Concentrazione offerta • Per le funzioni del mercato si sostengono dei costi che, • Standardizzazione del con i profitti delle imprese, prodotto danno luogo ai cosiddetti • Conservazione dl • MARGINI DELLA prodotto DISTRIBUZIONE: • Trasporto del prodotto • prezzi al produttore = • Informazione prezzi al consumo - margini • Formazione del prezzo della distribuzione

Margini distributivi di alcuni prodotti agricoli % prezzo che va a: produzione ingrosso dettaglio Margini distributivi di alcuni prodotti agricoli % prezzo che va a: produzione ingrosso dettaglio • pomodori 30, 2% 31, 2% 38, 6% • peperoni 40, 9% 17, 1% 42, 0% • fragole 67, 9% 7, 3% 24, 8% • pesche 37, 5% 29, 6% 32, 9% • mele 46, 9% 23, 8% 29, 3% • latte alimentare 62, 8% 25, 7% 11, 5% • carne bovina 62, 9% 11, 2% 25, 9%

CANALI DI MERCATO • CORTISSIMO: produttore consumatore • CORTO: produttore dettagliante consumatore • MEDIO: CANALI DI MERCATO • CORTISSIMO: produttore consumatore • CORTO: produttore dettagliante consumatore • MEDIO: produttore grossista dettagliante consumatore • LUNGO: produttore incettatore (o struttura di raccolta) grossista commissionario dettagliante consumatore • MODERNO: produttore centro logistico detto piattaforma distributiva grande distribuzione

Grande distribuzione alimentare in Italia • (dati 1994) Nord Centro Sud Italia • unità Grande distribuzione alimentare in Italia • (dati 1994) Nord Centro Sud Italia • unità operative 2. 301 826 982 4. 109 • superficie di vendita 000 m 2 2. 235 754 784 3. 774 • addetti 000 n° 66, 4 23, 5 15, 7 105, 6 • unità/100. 000 ab. 9, 1 7, 5 4, 7 7, 2 • superf. /1000 ab. 87, 9 68, 7 37, 6 65, 9

Maggiori catene distributive in Europa • • • FRANCIA Miliardi Carrefour 22. 600 Leclerc Maggiori catene distributive in Europa • • • FRANCIA Miliardi Carrefour 22. 600 Leclerc 22. 000 Intermarché 21. 120 Auchan 14. 080 GERMANIA Miliardi Metro 22. 570 Rewe 20. 156 Aldi 17. 760 • • • REGNO U. Sainsbury Marks & S. Tesco ITALIA Coop Italia Rinascente Vegé Standa Miliardi 15. 965 12. 162 11. 884 Miliardi 7. 700 4. 180 4. 071 3. 753

Formazione del prezzo al dettaglio Formazione del prezzo al dettaglio

Formazione del prezzo all’ingrosso Formazione del prezzo all’ingrosso

Formazione del prezzo alla produzione e teorema ragnatela Formazione del prezzo alla produzione e teorema ragnatela

Impresa e produzioni agricole tipiche: art. 13 D. Lgs. 228/2001 • DISTRETTI RURALI: • Impresa e produzioni agricole tipiche: art. 13 D. Lgs. 228/2001 • DISTRETTI RURALI: • Si definiscono distretti rurali i sistemi produttivi locali di cui all’art. 36 della legge 5. 10. 91/317 e successive modificazioni, caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dalla integrazione fra attività agricole e altre attività locali e dalla produzione di beni e servizi di particolare specificità coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali.

Impresa e produzioni agricole tipiche: art. 13 D. Lgs. 228/2001 • DISTRETTI AGROALIMENTARI: • Impresa e produzioni agricole tipiche: art. 13 D. Lgs. 228/2001 • DISTRETTI AGROALIMENTARI: • Si definiscono distretti agroalimentari di qualità i sistemi produttivi locali, anche a carattere interregionale, caratterizzati da significativa presenza economica e da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agroalimentari e da una o più produzioni certificate, ai sensi della vigente normativa comunitaria e nazionale, o da produzioni tradizionali e tipiche.

DEFINIZIONE DI DISTRETTO • Il distretto (industriale, agro-alimentare, rurale, turistico) è un sistema economico DEFINIZIONE DI DISTRETTO • Il distretto (industriale, agro-alimentare, rurale, turistico) è un sistema economico locale di imprese industriali, agro-alimentari, agricole, turistiche, orientate a una produzione tipica o prevalente, e da imprese produttrici di semilavorati e servizi per le imprese che producono beni finali: nel sistema produttivo locale del distretto le imprese si integrano (verticalmente, orizzontalmente e diagonalmente), godendo delle economie informative (“atmosfera tecnologica”) e transazionali (“mercato comunitario”) e realizzando le economie di scala con la specializzazione per fasi del processo produttivo.

DEFINIZIONI DI FILIERA • MICROECONOMICA: • MACROECONOMICA: insieme degli agenti Suddivisione del sistema (imprese DEFINIZIONI DI FILIERA • MICROECONOMICA: • MACROECONOMICA: insieme degli agenti Suddivisione del sistema (imprese e amministraeconomico di produzione zioni) e delle operazioni e di scambio per isolare (produzione, distribuziola parte che concerne un ne e finanziamento) che prodotto od una famiglia concorrono a formare ed a di prodotti, per misurare, trasferire un prodotto comprendere e spiegarne dalla produzione allo stato la struttura e il relativo finale di consumo. funzionamento.