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REGGIO EMILIA - 25 MAGGIO 2010 Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia Incontro con delegazione Russa La valorizzazione delle produzioni agro-alimentari Davide Barchi Valorizzazione delle Produzioni Agroalimentari DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA
POLITICA DI VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI DELL’UNIONE EUROPEA Sicurezza alimentare - libro bianco (elevato livello di protezione) - pacchetto igiene - costituzione EFSA Benessere animale - Regolamenti vari Qualità delle produzioni - prodotti tipici (DOP IGP STG) - etichettatura QUALITÀ - libro verde
STRUMENTI DI SOSTEGNO ______ • Politica Agricola Comune • Piani di Sviluppo Rurale QUALITÀ
PRINCIPALI OBIETTIVI ______ • Permanenza dell’attività agricola sul territorio • Stabilizzazione delle popolazioni rurali sui territori marginali • Competitività delle imprese agricole sui mercati intra ed extra UE (salvaguardia del reddito) • Sicurezza alimentare • Tutela ambientale QUALITÀ
LEGISLAZIONE VOLONTARIA. NORME COGENTI: PRODUZIONI REGOLAMENTATE UE - Reg. CE 510/2006: DOP e IGP - Reg. CE 509/2006: STG - Reg. CE 834/2007: Agricoltura biologica - Reg. CE 1234/2007: Etichettatura pollame - Reg. CE 1760/2000: Etichettatura bovina Rispetto del disciplinare di produzione (approvato sia a livello nazionale che Comunitario) Controllo: Organismo di controllo pubblico o privato accreditato ai sensi della norma UNI EN 45011 Vigilanza: ente pubblico che controlla il controllore QUALITÀ
La conformità: - ai disciplinari delle produzioni agroalimentari regolamentate, - alle norme volontarie di prodotto, - alle norme di certificazione di sistema È attestata dagli organismi terzi di controllo e certificazione ENTI TERZI DI CERTIFICAZIONE
Definizioni: CONTROLLO: è la verifica della rispondenza alle specifiche di produzione. E’ controllo ufficiale se le specifiche sono contenute in normative obbligatorie. E’ controllo di conformità se le specifiche di produzione sono contenute in norme volontarie. VIGILANZA: è il “controllo dei controllori” dell’applicazione delle norme volontarie.
Caratteristiche comuni: üOgni prodotto a qualità regolamentata ha un Disciplinare di produzione che regola tutte le fasi della produzione e identifica i diversi attori della filiera ed i flussi materiali dalla materia prima al prodotto finito. ü Il controllo da parte di organismi accreditati avviene in tutti i livelli della filiera. üEsistono gli albi degli attori di ciascun anello della filiera: produzione, trasformazione, confezionamento, commercializzazione ü Il controllo da parte degli Od. C accreditati avviene in base ad una valutazione dei rischi di tutte le fasi produttive descritte nei disciplinari, che origina un PIANO DEI CONTROLLI specifico per ogni prodotto/metodo di produzione.
üTutti i PIANI DEI CONTROLLI prevedono alte percentuali di visite all’anno agli operatori del settore (biologico: almeno una visita all’anno; DOP, DOC media 35 % all’anno, ecc. ) üi PIANI DEI CONTROLLI dei prodotti biologici, DOP/IGP e DOCG/DOC, contengono un piano di campionamento per analisi per la ricerca di residui antiparassitari, presenza OGM, ecc. sulla base delle prescrizioni dei rispettivi disciplinari ü agli Od. C è richiesto di operare “in conformità alla norma UNI 45011” (per l’agricoltura biologica maggioranza sono accreditati al SINCERT per la norma). üper ciascun prodotto agroalimentare a D. O. P. /I. G. P. , D. O. C. G. /D. O. C. e per le etichettature facoltative i PIANI DEI CONTROLLI vengono approvati da comitati di valutazione nazionali o regionali.
IL SISTEMA DI CONTROLLO MISTO applicabile a tutte le produzioni regolamentate VANTAGGI 1. Il costo dei controlli ricade direttamente sul produttore che vuole accedere al percorso di valorizzazione delle proprie produzioni e non su tutta la comunità. All’ente pubblico solo il compito di supervisione. 2. Gli Enti privati dimostrano maggiore flessibilità di azione in un comparto produttivo e commerciale poco costante come questo. SVANTAGGI 1. Minore trasparenza nel rapporto controllore/controllato. 2. Difficoltà nell’applicazione uniforme della normativa tra i vari Od. C e tra le varie regione (moltiplicazione delle interpretazioni!) 3. Frequente perdita dei ruoli 4. Complessità della verifica dell’Od. C della conformità alla norma UNI EN 45011 ed alle applicazioni dei diversi schemi di certificazione (vigilanza) BIOLOGICO
ORGANISMI DI CONTROLLO Presso il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali sono operativi: 1 - Gruppo tecnico di valutazione sugli Od. C che controllano le DOP-IGP-STG alimentari 2 - Comitato di valutazione degli Od. C dell’agricoltura biologica 3 - Gruppo di valutazione degli Od. C che controllano le DOP-IGP vinicole 4 - Commissione di valutazione Etichettatura carne bovina sono composti da rappresentanti del Ministero e della Conferenza Stato-Regioni ed hanno il compito di fornire il parere in merito all’autorizzazione dei relativi Od. C, esaminano i requisiti degli Od. C e i piani di controllo. Alle riunioni partecipano i rappresentanti degli Od. C, dei Consorzi e delle Regioni che hanno piani di controllo in discussione DOP/IGP
ORGANISMI DI CONTROLLO Gli Od. C devono PREVENTIVAMENTE essere accreditati presso l’ente accreditante italiano (ACCREDIA srl) per la norma EN 45011. Successivamente gli Od. C richiedono specifica autorizzazione al Mipaaf per svolgere il controllo di una delle produzioni regolamentate. Il Mipaaf svolge un’istruttoria su tutta la documentazione dell’Od. C relativa al settore di riferimento. Gli Od. C vengono autorizzati con DM, sentito il parere del gruppo/comitato deputato alla valutazione. L’autorizzazione vale tre anni L’Od. C deve inviare rapporti annuali a Ministero e Regioni DOP/IGP
ORGANISMI DI CONTROLLO Conformità alla EN 45011 (ISO 65) Reg. (CEE) 2081/92 articolo 10 Dal 1/1/1998, per ottenere l'autorizzazione dello Stato membro, gli organismi devono adempiere le condizioni stabilite nella norma EN 45011 Accreditamento alla EN 45011 (ISO 65) Reg. (CE) 510/06 articoli 10 e 11 : - richiamo al Reg. 882/04 - costi a carico degli operatori - obbligo dell’accreditamento dal 1/5/2010
ORGANISMI DI CONTROLLO MUTUO RICONOSCIMENTO IN OGNI NAZIONE ESISTE UNA STRUTTURA EQUIVALENTE AI “SIT - SINAL - SINCERT” MUTUO RICONOSCIMENTO “MULTILATERAL RECOGNITION AGREEMENT” ACCORDO TRA GLI ENTI MONDIALI DI ACCREDITAMENTO PER IL RICONOSCIMENTO DELLE PROCEDURE DI CERTIFICAZIONE ENTI TERZI DI CERTIFICAZIONE
ORGANISMI DI CONTROLLO IL SISTEMA DI ACCREDITAMENTO E NORMAZIONE NEL MONDO E IN ITALIA IAF (ENTE INTERNAZIONALE DI ACCREDITAMENTO) MONDO ILAC (ENTE INTERNAZIONALE DI ACCREDITAMENTO LABORATORI) ISO - IEC (ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI DI NORMAZIONE) EA (ENTE EUROPEO DI ACCREDITAMENTO) EUROPA EN (ASSOCIAZIONE EUROPEA TRA GLI ORG. DI NORMAZIONE) CEN - CENELEC (ENTI EUROPEI DI NORMAZIONE COMUNITARIA) SIT - SNT (ACCREDITAMENTO DEI CENTRI DI TARATURA) ITALIA SINAL (ACCREDITAMENTO DEI LABORATORI DI PROVA) ORA SINCERT (SISTEMA NAZIONALE PER L’ACCREDITAMENTO DEGLI ODC) “ACCREDIA” UNI - CEI (ENTI NAZIONALI DI NORMAZIONE) ENTI TERZI DI CERTIFICAZIONE
ORGANISMI DI CONTROLLO ACCREDITAMENTO IN ITALIA SIT – SNT (ente pubblico) (SERVIZIO DI TARATURA IN ITALIA – SERVIZIO NAZIONALE DI TARATURA) FONDATO: 1979 SINAL (organismo privato) (SISTEMA NAZIONALE PER L’ACCREDITAMENTO DEI LABORATORI DI PROVA) FONDATO: 1988 SINCERT (organismo privato) (SISTEMA NAZIONALE PER L’ACCREDITAMENTO DEGLI ORGANISMI DI CERTIFICAZIONE) FONDATO: 1991 ENTI TERZI DI CERTIFICAZIONE da gennaio 2010 “ACCREDIA”
ORGANISMI DI CONTROLLO Reg. (CE) 765/2008: Accreditamento “IN OGNI STATO MEMBRO DEVE ESISTERE UNA STRUTTURA CHE ACCREDITA GLI ORGANISMI DI CONTROLLO E CERTIFICAZIONE” DM 22 dicembre 2009: individuazione ACCREDIA è l’Ente Nazionale per l’accreditamento dei Laboratori di prova e degli Organismi di certificazione e ispezione (Sincert + Sinal) ENTI TERZI DI CERTIFICAZIONE
norma europea EN 45011 del 26 giugno 1989: Criteri generali per gli organismi di certificazione dei prodotti SOMMARIO della norma: 1. Oggetto e campo di applicazione 2. Definizioni (Certificazione di conformità, Sistema di certificazione, Organismo di ispezione, Licenza per la certificazione, Richiedente la certificazione, Licenziatario per la certificazione, Certificato di conformità, Marchio di conformità, Fornitore) 3. Prescrizioni generali 4. Struttura amministrativa (imparzialità, partecipazione di tutte le parti interessate) 5. Mandato del Consiglio direttivo (politica, sorveglianza, comitati) 6. Struttura organizzativa (stato giuridico, organigramma, mezzi, schemi di certificazione) 7. Personale addetto all'attività di certificazione (competenza, formazione, istr. operative) 8. Controllo della documentazione e delle modifiche 9. Registrazioni 10. Procedure di certificazione 11. Strutture di prova e di ispezione richieste da un organismo di certificazione 12. Manuale della qualità 13. Riservatezza 14. Pubblicazioni (elenchi dei prodotti certificati, schemi di certificazione, ecc. ) 15. Ricorsi 16. Verifiche ispettive interne e riesami periodici 17. Uso scorretto delle licenze, dei certificati e dei marchi di conformità 18. Reclami 19. Ritiro e annullamento delle licenze, dei certificati e dei marchi di conformità DOP/IGP
PRODUZIONI DOP IGP STG
PRODUZIONI DOP E IGP– UE Produzioni tipiche a denominazione geografica protetta Reg. CE 510/2006 469 DOP 864 DOP-IGP Febbraio 2010 395 IGP + 23 STG Reg. CE 509/2006 DOP/IGP
PRODUZIONI DOP E IGP– UE STATI MEMBRI CON DOP E IGP (febbraio 2010) 7 20 3 67 0 86 124 166 4 196 1 0 0 DOP/IGP Belgio 4 Repubblica ceca 3 Danimarca 0 Germania 6 Estonia 13 Grecia 6 Spagna 116 Francia 1 Irlanda 4 Italia 3 Cipro 2 Lettonia 31 Lituania Lussemburgo Ungheria Malta Paesi Bassi Austria Polonia Portogallo Slovenia Slovacchia Finlandia Svezia Regno Unito
PRODUZIONI DOP E IGP– ITALIA 123 DOP 196 DOP-IGP Febbraio 2010 73 IGP + 2 STG Reg. CE 509/2006 il peso economico è di: - 8, 7 miliardi di € al consumo, corrispondente al 12% del PIL in valore e all'8 -10% in quantità - 4, 5 miliardi di € alla produzione DOP/IGP
PRODUZIONI DOP E IGP– UE TIPOLOGIA Totale UE ITALIA Carni fresche 111 3 97 31 171 35 24 1 Oli e grassi 107 38 Ortofrutticoli e cereali, freschi o trasformati 206 60 Pesci, molluschi, crostacei freschi e prodotti derivati 18 2 Altri prodotti dell’allegato I del trattato (spezie, ecc. ) 27 6 Birre 21 0 Acque minerali naturali e acque di sorgente 24 0 Prodotti di panetteria, pasticceria, confetteria o biscotteria 35 5 Gomme e resine naturali 2 0 Pasta alimentare 3 0 Fieno 1 0 Oli essenziali 3 1 850 182 Prodotti a base di carne Formaggi Altri prodotti di origine animale Totale DOP/IGP (Fonte UE: Database DOOR febbraio 2010)
PRODUZIONI DOP E IGP– UE Le “big Dop”, un fenomeno solo italiano (valori alla produzione e comparazione produttiva) Nomisma 2010 Italia Grana Padano Parmigiano Reggiano Prosciutto di Parma Francia Comtè Spagna Jamon de Teruel Portogallo 5, 4 Mrd € 163. 000 tonnellate 116. 000 tonnellate 9, 8 Milioni di prosciutti 3, 8 Mrd € 46. 000 tonnellate 0, 9 Mrd € 470. 000 prosciutti 0, 08 Mrd €
PRODUZIONI DOP E IGP– ITALIA I primi 10 prodotti Dop e Igp italiani per valore al consumo Fonte: Nomisma -2008
PRODUZIONI DOP E IGP– ITALIA Valore al consumo dei diversi settori Fonte: Nomisma -2008 I formaggi rappresentano il 53% del valore del “paniere tipici” I salumi rappresentano il 36% DOP/IGP
PRODUZIONI DOP E IGP– UE I valori dei prodotti Dop e Igp in Italia Riconoscimenti Dop/Igp Nomisma 2010 196 (11 febbraio 2010) % su totale UE 21% Aziende agricole n. 75. 963 % sul totale settore (iscritte CCIAA) Imprese di trasformazione % sul totale settore 8, 5% n. 5. 812 8, 1% Valore alla produzione (Mln €) 5. 400 Valore dell’export (Mln €) 1. 323
PRODUZIONI DOP E IGP– UE I valori dei prodotti Dop e Igp in Regione Riconoscimenti Dop/Igp % su totale Italia Aziende agricole % sul totale settore (iscritte CCIAA) Imprese di trasformazione Nomisma 2010 n. 30 15% n. 6. 231 8, 9% n. 1. 227 Valore alla produzione (Mln €) 2. 400 Incidenza Dop/Igp su: - totale latte vaccino prodotto - totale suini macellati 85% 36%
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA 15 DOP 30 DOP-IGP di cui 9 interregionali Prodotti DOP 1. Parmigiano-Reggiano 2. Grana padano 3. Provolone Valpadana 4. Prosciutto di Parma 5. Prosciutto di Modena 6. Culatello di Zibello 7. Coppa piacentina 8. Salame piacentino 9. Pancetta piacentina 10. Salamini italiani alla cacciatora; 11. Olio di Brisighella 12. Olio Colline di Romagna 13. Aceto balsamico tradizionale di Modena 14. Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia 15. Formaggio di Fossa di Sogliano 15 IGP Prodotti IGP 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. Vitellone bianco dell’Appennino centrale Mortadella Bologna Zampone Modena Cotechino Modena Salame Cremona Fungo di Borgotaro Marrone di Castel del Rio Scalogno di Romagna Pera dell’Emilia-Romagna Pesca nettarina di Romagna Asparago verde di Altedo Coppia ferrarese Aceto balsamico di Modena Amarene brusche di Modena Riso del Delta del Po
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA 30 denominazioni registrate 15 Dop e 15 Igp Si tratta del 15% del totale delle 182 denominazioni italiane registrate
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA In valore alla produzione, le Dop e Igp dell’Emilia-Romagna corrispondono a poco più del 40% del totale nazionale. Il valore al consumo non si allontana da questa quota. Prosciutto di Parma, Parmigiano-Reggiano, Mortadella Bologna, Grana Padano rappresentano circa il 95% del valore al consumo delle Dop-Igp regionali. (fonte Nomisma)
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA Il primato dell’Emilia Romagna è confermato dal valore al consumo riconducibile alle quantità certificate: la RER realizza il 41% dell’intero valore del sistema Dop/Igp stimato a livello nazionale. Le principali regioni italiane per valore al consumo dei prodotti Dop e Igp (2008) Fonte: Nomisma DOP/IGP
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA DOP e IGP dell’Emilia-Romagna in protezione transitoria: PATATA DI BOLOGNA SALAME FELINO GRAN SUINO PADANO AGLIO DI VOGHIERA CIPOLLA DI MEDICINA DM 2004 DM 2007 DM 2005 DM 2007 DOP e IGP dell’Emilia-Romagna con richiesta di registrazione in corso: - Amarene Brusche di Modena - Coppa di Parma - Riso del Delta del Po - Squacquerone di Romagna - Aglio Bianco Piacentino - Ciliegia di Vignola - Erbazzone Reggiano - Spalla di San Secondo - Piadina Romagnola - Castagna e Farina di Castagne di Granaglione - Mora Romagnola - Pecorino dell’Appennino Reggiano
PRODUZIONI DOP E IGP– EMILIA-ROMAGNA DOP e IGP dell’Emilia-Romagna con richiesta di modifica di disciplinare: - Salumi piacentini - Parmigiano Reggiano - Grana Padano - Coppia Ferrarese - Vitellone bianco dell’Appennino Centrale - Fungo di Borgotaro - Pera dell’Emilia-Romagna - Pesca Nettarina di Romagna DOP e IGP dell’Emilia-Romagna con istruttoria nazionale in corso: Vongola di Goro Cocomero Ferrarese Salama da Sugo Ferrarese Agnello del Centro Italia Carota del Delta Ferrarese Culaccia di Fontanellato Cappellacci di Zucca Ferraresi Carne di Puledro Agricolo Pampapato-Pampepato di Tortellino di Modena Ferrara Grano Romagnolo Zia Ferrarese Melone dell’Emilia
PRODUZIONI DOP "denominazione d'origine": il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare • originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale Paese • la cui qualità o le cui caratteristiche siano dovute essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico inclusi i fattori naturali ed umani e • la cui produzione, trasformazione ed elaborazione avvengano nella zona geografica delimitata
PRODUZIONI IGP "indicazione geografica": il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un Paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare • come originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale Paese e • del quale una determinata qualità, la reputazione o altre caratteristiche possano essere attribuite all'origine geografica e • la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell'area geografica determinata
PRODUZIONI STG • “specialità”: l'elemento o l'insieme di elementi che distinguono nettamente un prodotto agricolo o alimentare da altri prodotti o alimenti analoghi appartenenti alla stessa categoria • “tradizionale”: un uso sul mercato comunitario attestato da un periodo di tempo che denoti un passaggio generazionale (25 anni) • “specialità tradizionale garantita”: prodotto agricolo o alimentare tradizionale la cui specificità è riconosciuta dalla Comunità e registrata
PRODUZIONI DOP E IGP DISCIPLINARI DOCUMENTAZIONE PER IL RICONOSCIMENTO DEI DOP/IGP Il disciplinare La relazione tecnica La relazione storica Le eventuali relazioni scientifiche La cartografia Altra documentazione DOP/IGP
ISTRUTTORIA REGIONALE Entro 120 giorni dalla ricezione dell’istanza, la Regione procede: a) alla valutazione di tutta la documentazione b) alla formulazione di un parere sulla legittimazione dell’associazione e sui contenuti della relazione socio-economica c) alla trasmissione al Ministero della valutazione e del parere di cui ai punti a) e b)
ISTRUTTORIA REGIONALE Istruttoria regionale • Delibera 1273/97 • Valutazione disciplinare e soprattutto relazioni (tecnica e storica) • Pubblicazione sul Bollettino Ufficiale • In caso di opposizioni, pubblica audizione nella zona d’origine • Emissione del parere
ISTRUTTORIA NAZIONALE Entro 120 giorni dal parere regionale, il Ministero accerta n la legittimazione del soggetto richiedente n la completezza della documentazione, con particolare riferimento al legame con il territorio, e agli elementi comprovanti la produzione almeno venticinquennale n l’adeguatezza del disciplinare di produzione n che il prodotto non insiste sulla stessa zona geografica o in una zona immediatamente limitrofa a quella in cui avviene la produzione di altro prodotto già riconosciuto dello stesso tipo con caratteristiche analoghe
ISTRUTTORIA NAZIONALE Riunione di pubblico accertamento • comunicazione ai comuni, alle OOPP e di categoria ed ai produttori ed agli operatori economici interessati • massima divulgazione dell’evento (diramazione di avvisi, l’affissione di manifesti o altri mezzi) • verificare la rispondenza della disciplina proposta agli usi leali e costanti • Pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della proposta di disciplinare di produzione affinché tutti i soggetti interessati possano prenderne visione e presentare eventuali osservazioni adeguatamente motivate e documentate
ISTRUTTORIA NAZIONALE • Dopo trenta giorni, in mancanza di osservazioni, la richiesta di registrazione e la documentazione relativa sono notificate alla Commissione Europea • Il disciplinare di produzione nella versione trasmessa alla Commissione Europea è pubblicato sul sito del Ministero ai sensi del Reg. CE 510/2006, comunicato alla Regione e notificato all’associazione
ISTRUTTORIA NAZIONALE Se vengono presentate osservazioni • Controdeduzioni dei promotori • Entro 120 giorni, riunione con la Regione competente, l’associazione, i soggetti che hanno presentato le osservazioni, nonché la Regione nel cui ambito territoriale ha sede legale il soggetto che ha proposto osservazioni • Al termine della riunione il Ministero, d’intesa con la Regione competente, decide in merito alle osservazioni • In caso positivo il Ministero procede alla notifica alla Commissione Europea • In caso contrario il Ministero procede all’archiviazione della pratica, dandone comunicazione alla Regione e notificando la decisione alla associazione
ISTRUTTORIA NAZIONALE Modifiche del disciplinare La procedura è la stessa, salvo che il Ministero convoca la riunione di pubblico accertamento nel caso in cui la modifica richiesta riguardi una variazione della zona delimitata dal disciplinare di produzione vigente, o laddove non ci sia un Consorzio di tutela incaricato. • Richiesta del Consorzio di tutela riconosciuto • In assenza, la richiesta deve essere sottoscritta dai soggetti immessi nel sistema di controllo rappresentanti almeno il 51% della produzione controllata/certificata, nonché almeno il 30% delle imprese • Le percentuali di cui al comma 2 devono essere verificate rispetto alla categoria dei “produttori e utilizzatori”
Domanda di registrazione - UE Entro 12 mesi dalla ricezione la Commissione esamina la domanda e se la trova confacente pubblica nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea il documento unico e il riferimento della pubblicazione del disciplinare. Nel termine di sei mesi dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, ogni Stato membro o paese terzo può opporsi alla registrazione proposta, presentando alla Commissione una dichiarazione debitamente motivata. DOP/IGP
PROTEZIONE NAZIONALE TRANSITORIA Protezione transitoria: • Può essere richiesta dai promotori, esonerando il Ministero da qualunque responsabilità presente e futura conseguente al mancato accoglimento della richiesta di registrazione della denominazione • Decade qualora entro 6 mesi dalla data di pubblicazione del decreto non sia approvato il piano dei controlli • Sul sito web del Ministero è pubblicato l’elenco delle denominazioni in protezione transitoria ai sensi dell’art. 5 del Reg. (CE) 510/06
SISTEMA DI CONTROLLO Articolo 10 REG (CE) 510/2006 Gli stati membri designano l’autorità competente incaricata dei controlli in relazione agli obblighi stabiliti a norma del Reg. (CE) 882/2004 (controlli ufficiali di conformità alla normativa in materia di alimenti) Articolo 11 REG (CE) 510/2006 La verifica del rispetto del disciplinare è effettuata da autorità competenti e organismi di controllo I costi della verifica del rispetto del disciplinare sono sostenuti dagli operatori soggetti al controllo DOP/IGP
SISTEMA DI CONTROLLO • Organismo di controllo autorizzato esegue i controlli sui produttori per verificare il rispetto del disciplinare • Autorità di vigilanza che effettua la vigilanza sull’attività degli Od. C • Consorzio di tutela esegue i controlli sul prodotto immesso sul mercato e ne tutela l’immagine DOP/IGP
Consorzi di tutela Sono costituiti ai sensi dell’articolo 2602 del codice civile ed hanno funzioni di tutela, di promozione, di valorizzazione, di informazione del consumatore e di cura generale degli interessi relativi alle denominazioni Tali attività sono distinte dalle attività di controllo DOP/IGP
Consorzi di tutela • Devono assicurare determinati requisiti di rappresentatività alle categorie che realizzano i prodotti DOP-IGP • Sono autorizzati a svolgere l’attività di tutela (Legge 526/99, articolo 14, comma 15) • Solo così possono esercitare la tutela DOP/IGP
Consorzi di tutela • Collaborano alla vigilanza, alla tutela e salvaguardia delle denominazioni; • Sono organismi rappresentativi della denominazione; • I costi per queste attività sono a carico di tutti i produttori e utilizzatori (anche non associati) DM 410 del 12 settembre 2000 DOP/IGP
Od. C DOPIGP operanti in regione 2010
Od. C per i DOP-IGP art. 14 legge 526/99 e DM 29 maggio 1998 • Presentazione piano dei controlli • Esame da parte del Gruppo tecnico di valutazione sugli organismi di controllo privati - È composto da rappresentanti del Ministero e della Conferenza Stato-Regioni - Esamina i requisiti degli Od. C e il contenuto dei piani di controllo - Alle riunioni partecipano i rappresentanti degli Od. C, dei Consorzi e delle Regioni che hanno piani di controllo in discussione • Decreto ministeriale di autorizzazione
Od. C per i DOP-IGP Sono autorizzati a svolgere l’attività di controllo (Legge 526/99, articolo 14) in attuazione di quanto previsto all'articolo 10 del Reg. (CE) 510/06: • il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è l'autorità nazionale preposta al coordinamento dell'attività di controllo è responsabile della vigilanza sulla stessa. L'attività di controllo è svolta da autorità di controllo pubbliche designate e da organismi privati autorizzati con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali, sentito il gruppo tecnico di valutazione istituito con decreto del Ministro per le politiche agricole 25 maggio 1998, pubblicato nella GU n. 178 del 1 agosto 1998. DOP/IGP
Od. C per i DOP-IGP Gli organismi privati che intendano proporsi per il controllo delle denominazioni registrate devono presentare apposita richiesta al Ministero delle politiche agricole e forestali. E' istituito presso il Ministero delle politiche agricole e forestali l’elenco degli Od. C che soddisfano i requisiti di cui al Legge 526/99, denominato: "Elenco degli organismi di controllo privati per la denominazione di origine protetta (DOP), la indicazione geografica protetta (IGP) e la attestazione di specificità (STG)". DOP/IGP
Od. C per i DOP-IGP Chi EFFETTUA la scelta dell'organismo privato (tra quelli iscritti all'elenco)? : a) i soggetti proponenti le registrazioni, per le denominazioni registrate ai sensi dell'articolo 5 del citato regolamento (CEE) n. 2081/92; b) dai soggetti che abbiano svolto, in conformità alla normativa nazionale sulle denominazioni giuridicamente protette, funzioni di controllo e di vigilanza, per le denominazioni registrate ai sensi dell'articolo 17 del citato regolamento (CEE) n. 2081/92; c) dai produttori, singoli o associati, che intendono utilizzare attestazioni di specificita' registrate ai sensi del citato regolamento (CEE) n. 2082/92, individuando l'organismo di controllo nella corrispondente sezione. DOP/IGP
Od. C per i DOP-IGP E in assenza della scelta? le Regioni e le Province Autonome, nelle cui aree geografiche ricadono le produzioni, indicano le autorità pubbliche da designare o gli organismi privati che devono essere iscritti all'elenco. Nel caso di indicazione di autorità pubbliche (Autorità designate) , queste possono avvalersi di organismi terzi che, se privati, devono essere iscritti all'elenco. Il Governo esercita, ai sensi dell'articolo 11 della legge 9 marzo 1989, n. 86, il potere sostitutivo nei confronti delle regioni nell'adozione dei provvedimenti amministrativi necessari in caso di inadempienza da parte delle autorita' di controllo designate. DOP/IGP
Od. C per i DOP-IGP Gli organismi privati autorizzati e le autorità pubbliche designate possono svolgere la loro attività per una o più produzioni riconosciute ai sensi del Reg. (CE) n. 510/06 e del Reg. (CE) n. 509/06. Ogni produzione DOP-IGP è soggetta al controllo di un solo organismo privato autorizzato o delle autorità pubbliche designate, competenti per territorio, tra loro coordinate. Ogni produzione STG è soggetta al controllo di uno o più organismi privati autorizzati o delle autorita' pubbliche designate, competenti per territorio, fra loro coordinate. DOP/IGP
Od. C per i DOP-IGP art. 14 legge 526/99 e DM 29 maggio 1998 • • • La documentazione è costituita da: Manuale della qualità e serie di requisiti Piano dei controlli Modulistica Schema riassuntivo Tariffario
Esempio di Piano di Controllo: fase allevamento produzione latte per Provolone Valpadana
Piano dei controlli per DOP-IGP Gravità della non conformità: Per non conformità Lievi s'intendono le irregolarità che non ingenerano presupposti di non conformità per la materia prima e per il prodotto. Al contrario, le non conformità Gravi sono irregolarità che ingenerano presupposti di non conformità per la materia prima e per il prodotto.
Piano dei controlli per DOP-IGP Trattamento della non conformità: • Azioni intraprese dall’organismo di controllo al fine di “risolvere” la non conformità in senso stretto. (es. riparazione, rilavorazione, scarto, riesame di prodotti ottenuti in condizioni simili a quelli non conformi, esclusione del prodotto dal circuito tutelato, ecc. ) • Nei casi in cui si adottino misure di esclusione del prodotto finito atto alla commercializzazione è obbligatorio comunicare tale decisione al Mipaaf ed alle Regioni e PA
Piano dei controlli per DOP-IGP Azione correttiva: • Azioni intraprese dall’organismo di controllo per eliminare le cause di non conformità esistenti o potenziali. Ad esempio: – intensificazione temporanea delle verifiche ispettive – intensificazione temporanea dei controlli analitici – intensificazione temporanea dei controlli documentali – sessioni formative – sospensione del soggetto controllato dal circuito – revoca del riconoscimento del soggetto controllato • Inoltre, l’Od. C deve provvedere ad elaborare ed adottare specifiche procedure per la gestione dei casi di reiterazione della medesima non conformità • Misure di sospensione o esclusione dell’operatore dal sistema di certificazione vengono comunicate al Mipaaf, unico autorizzato a comminarle
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP Il D. L. vo 297/2004 elenca le fattispecie sanzionatorie
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP La recente Legge 99/2009 rafforza la tutela delle DOP • Legge 99/09, modifica articolo 517 CP: reato di contraffazione delle Dop-Igp – Produzione – Commercio • reclusione fino a due anni • multa fino a 20. 000 euro • attenuanti ai colpevoli che collaborino con l’autorità giudiziaria
SISTEMA SANZIONATORIO per DOP-IGP
ORGANI DI CONTROLLO Gli organi deputati all’applicazione del D. Lvo 297/2004 sono diversi a seconda dell’oggetto del controllo (DM 1/12/2005): - USO COMMERCIALE E DESIGNAZIONE DEL PRODOTTO gli agenti vigilatori dei Consorzi di tutela: svolgono vigilanza sul prodotto nel mercato. Accertano le usurpazioni, le contraffazioni, falsificazione ecc. e le segnalano all’ICQRF che procede all’irrogazione della sanzione - APPLICAZIONE DISCIPLINARE (PIANO DI CONTROLLO) gli ispettori dell’organismo di controllo accertano e segnalano all’ICQRF che procede all’irrogazione della sanzione - STRUTTURA DI CONTROLLO e CONSORZI DI TUTELA i Carabinieri delle Politiche Agricole (NAC), gli ispettori e gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, gli ispettori dell’ICQRF.
ORGANI DI CONTROLLO I consorzi di tutela collaborano con l’ICQRF nell'attività di vigilanza, tutela e salvaguardia delle DOP e IGP: a)nella verifica che le produzioni tutelate per le quali sia completata l'attività di certificazione da parte dell'organismo di controllo autorizzato rispondano ai requisiti previsti dai disciplinari; nel caso in cui non sussistano tali requisiti, l'attività ispettiva può essere estesa anche alle fasi di produzione della materia prima, trasformazione e confezionamento b)nella vigilanza in Italia e all’estero sui prodotti similari che, con false indicazioni sull'origine rechino danno alle produzioni DOP e IGP nazionali c) nella verifica della rispondenza tra la quantità dei prodotti tutelati certificati dagli Od. C e quella immessa sul mercato
* I NUMERI DEL BIO in UE e in Italia * nuovo logo europeo per identificare i prodotti biologici Obbligatorio dal 1 luglio 2010.
PRODUZIONI BIOLOGICHE - UE Superficie biologica in Europa 2007 - 2008
PRODUZIONI BIOLOGICHE – ITALIA 2008 Operatori 49. 972 ( -1, 17%) 42. 037 produttori 7. 371 produttori-preparatori 246 produttori-preparatori-importatori Superficie di 1. 150. 253 Ha (+ 0, 8%) 1° produttore d’Europa (18%) 5° nel Mondo (dopo Australia, Argentina, Cina e USA) Giro d’affari stimato 1. 400 MEuro Fonte: Sinab di cui 970 MEuro per consumi interni
Numero operatori biologici in Italia trend 1990 - 2008 L’andamento della superficie coltivata è sempre coerente con quello del numero degli operatori
PRODUZIONI BIOLOGICHE – ITALIA 2008 Superfici e colture in agricoltura biologica
PRODUZIONI BIOLOGICHE – ITALIA 2008 Zootecnia biologica
I NUMERI DEL BIO in Emilia-Romagna
PLV totale produzioni agricole Emilia-Romagna 2008: 3. 955 M€ (- 0, 7%)
PLV totale produzioni agricole Emilia-Romagna 2008: 3. 955 M€ (- 0, 7%)
PLV zootecnia Emilia-Romagna 2008: 1. 714 M€
Numero operatori biologici in Italia 2008: n. 49. 972 Nell’anno 2008 gli operatori che producono e/o preparano e/o commercializzano prodotti ottenuti con il metodo di produzione biologico in regione Emilia-Romagna, assommano a 3. 843 unità. L’Emilia-Romagna si conferma la quinta regione italiana per numero di operatori biologici.
Distribuzione operatori biologici in Emilia-Romagna 2008 Sono 2772 le aziende agricole, mentre raggiungono quota 1071 le imprese che effettuano la trasformazione o la commercializzazione di prodotti biologici.
Distribuzione operatori biologici in Emilia-Romagna 2008 Rispetto al 2007 c’è una riduzione (-6%) nel numero di operatori totali, che deriva soprattutto dalla diminuzione del numero delle aziende agricole (-9, 8%) solo in parte compensato dall’aumento del numero dei trasformatori (+5, 4%) I dati confermano la sostanziale costanza che si registra negli ultimi anni nei flussi del settore biologico: i nuovi ingressi, in gran parte aziende di trasformazione, compensano le uscite delle aziende agricole.
Andamento superficie biologica in RER 2003 -2008 La contrazione delle superfici coltivate, in proporzione, è di entità ridotta rispetto al calo di aziende agricole; questa tendenza rivela un aumento della dimensione aziendale delle aziende agricole biologiche
Produzioni vegetali biologiche in RER 2008 La superficie destinata alla produzione di foraggi è al 70%. Tra i seminativi, le colture annuali a cereali da granella sono il 17%. Stentano ad incrementare le colture arboree frutticole, costantemente all’ 8% della superficie coltivata con metodo biologico.
Produzioni zootecniche biologiche in RER 2008 Per quanto riguarda l'allevamento biologico, il patrimonio zootecnico regionale è di quasi 600 aziende Province n. az. zoot. biologiche È consistente l'allevamento bovino (circa 20. 000 UBA), sia da carne che per il latte. Più del 65% degli allevamenti biologici ha bestiame bovino. Bologna 82 L'allevamento ovino e caprino è presente in circa 180 allevamenti, e vi sono 60 aziende avicole, alcune di grosse dimensioni. Il comparto apistico è in crescita, con la presenza di circa 80 aziende per un totale di oltre 9000 famiglie Forlì-Cesena 121 Ferrara 7 Modena 53 Piacenza 120 Parma 110 Ravenna 21 Reggio Emilia 57 Rimini 15 Totale 586
Produzioni zootecniche biologiche in RER 2008 In regione sono presenti circa 600 allevamenti biologici. Oltre il 70% delle superfici certificate è rappresentato da foraggere leguminose, prati e pascoli, base alimentare della zootecnia biologica. Fonte Emilia-Romagna
PRODUZIONI BIOLOGICHE Emilia-Romagna Numero operatori biologici 1999 -2008 Numero aziende agricole biologiche 1999 -2008
PRODUZIONI BIOLOGICHE Emilia-Romagna I contributi del PRSR Nel 2007 il 74 % della superficie biologica della Regione ha ricevuto i contributi per le coltivazioni agroambientali del Piano di sviluppo rurale.
L’obiettivo principale delle politiche regionali in agricoltura può essere validamente riassunto dall’enunciato che accompagna il marchio QC della Produzione Integrata: “Prodotti agricoli ed alimentari ottenuti con tecniche rispettose dell’ambiente e della salute del consumatore” cui è necessario aggiungere: “… e dei cittadini” ASSESSORATO AGRICOLTURA
Questo obiettivo, ormai ampiamente condiviso, viene declinato in questo modo dall’Unione Europea: “La legislazione alimentare persegue un livello elevato di tutela della vita e della salute umana, degli interessi dei consumatori, della salute e del benessere degli animali, della salute vegetale e dell’ambiente” • tratto dal Reg. (CE) n. 178/2002 del Parlamento e del Consiglio Anche la PAC in tutti e due i suoi pilastri persegue questo obiettivo (Condizionalità, Art. 69, Piani di sviluppo rurale) ASSESSORATO AGRICOLTURA
LEGISLAZIONE VOLONTARIA REGOLAMENTATA di origine Regionale: Legge Regionale 28/99: Qualità Controllata Rispetto del disciplinare di produzione Controllo: Organismo di controllo privato accreditato ai sensi della norma UNI EN 45011 al concessionario del marchio Vigilanza: ente pubblico che controlla il controllore QC DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA
Vigilanza sugli Od. C dell’agricoltura biologica Regione Emilia-Romagna
Od. C dell’agricoltura biologica in Italia a maggio 2010 Dal 1998 il Mipaaf ha autorizzato 17 Od. C in Italia, attualmente ne sono autorizzati 13, ma 2 di essi sono sospesi fino a giugno 2010. In Emilia Romagna attualmente ne operano 10. [evidenziati con cornice verde quelli operativi in Emilia-Romagna] ANCCP Prorogati al 30/6/2010 Revocati … e quindi 14 sedi nazionali e alcune decine di sedi regionali
Compiti e competenze: Ministero politiche agricole, alimentari e forestali + Regioni: 1 - Gestione del regolamento UE: deroghe, valutazione disciplinari, proposte di modifica del regolamento, ecc. 2 - Verifica conformità UNI EN 45011 (ISO 65) degli Od. C 3 - Approvazione piani di controllo e autorizzazione agli Od. C 3 - Vigilanza sugli organismi di controllo privati Circa 40 ispezioni presso Organismi di controllo Controllo applicazione del Reg. UE: deroghe, sanzioni, ecc. : Accreditamento Sorveglianza 1 – Accreditamento per la norma EN 45011 (schema agricoltura biologica) 2 - Sorveglianza per il mantenimento requisiti 50. 000 IMPRESE AGROALIMENTARI Biologiche - Produttori agricoli (vegetali, zootecnici) - Trasformatori - Raccoglitori di prodotti spontanei - Importatori
Reg. 834/2007 TITOLO V - CONTROLLI Articolo 27 - Sistema di controllo [. . . ] 4. L’autorità competente può: a) conferire le sue competenze di controllo ad una o più altre autorità pubbliche di controllo. Le autorità di controllo devono offrire garanzie di oggettività e imparzialità e disporre di personale qualificato e delle risorse necessarie per svolgere le loro funzioni; b) delegare compiti di controllo a uno o più organismi di controllo. In tal caso gli Stati membri designano le autorità responsabili dell’autorizzazione e della vigilanza di detti organismi a) + b) conferire ad Autorità pubbliche e delegare Organismi di controllo privati ITALIA opzione B, autorizzazione statale: 14 Od. C (+4) FRANCIA opzione B, autorizzazione statale: 5 Od. C GERMANIA opzione B, autorizzazione dei Land: 22 Od. C FINLANDIA opzione A: 17 Strutture pubbliche DANIMARCA opzione A: 12 Strutture pubbliche SPAGNA opzione A+B, Comunità autonome e Od. C
PRODUZIONI BIOLOGICHE Attività regionale gestione del regolamento D. L. vo 220/95 art. 8 Compiti delle regioni PREDISPOSIZIONE ELENCO REGIONALE UFFICIALE OPERATORI BIOLOGICI (ENTRO IL 30 MAGGIO) Archiviazione e conservazione delle notifiche di attività e validazione degli operatori biologici riconosciuti idonei dagli Od. C mediante verifica degli adempimenti documentali verso l’amministrazione Regionale. L’elenco regionale è pubblico. La presenza nell’elenco regionale è condizione essenziale per l’accesso ai contributi del PSRER azione 2 f (istruttorie provinciali) BIOLOGICO
PRODUZIONI BIOLOGICHE Attività regionale gestione del regolamento Reg. CE 834/2007 Compiti delle regioni GESTIONE DELLE DEROGHE AL REGOLAMENTO (criteri e modalità che possono variare da regione) - Riduzione del periodo di conversione (circa 100 all’anno, modalità di concessione) - Utilizzazione rame Alimentazione animale: api, siccità, ecc. Tipo di allevamento: stabulazione fissa Provenienza degli animali PARERI ED AUTORIZZAZIONI (criteri e modalità che possono variare da regione) - Informatizzazione registri aziendali (impatto sui controlli, sulla vigilanza, sulla rintracciabilità) BIOLOGICO
PRODUZIONI BIOLOGICHE Attività regionale gestione del regolamento Reg. CE 834/2007 Compiti delle regioni RETE DI SEGNALAZIONI DI NON CONFORMITA’ (Circolare Mipaf n. 121370 del 15/11/2004) per garantire un seguito coerente ed efficace all’applicazione delle azioni correttive necessarie alla risoluzione delle non conformità rilevate nel corso del CONTROLLO UFFICIALE da parte di: CFS, Comando Carabinieri Politiche Agricole, Guardia di Finanza Regioni (Assessorati Agricoltura e Sanità) COMUNICANO LA NON CONFORMITA’ ALL’ORGANISMO DI CONTROLLO che deve tempestivamente attivare una verifica finalizzata all’accertamento delle condizioni che hanno dato origine alla non conformità e all’eventuale comminazione di sanzioni, e ne relazionerà alla regione competente e p. c. al Mipaf gli esiti (verificabile durante la visita ispettiva) BIOLOGICO
Attività regionale gestione del regolamento NON CONFORMITA’ DEGLI OPERATORI rilevate dagli ODC Andamento 2003 -2009
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE Ciascun Od. C redige e fa valutare, a ciascuna regione ove sono presenti operatori da esso controllati, il PIANO ANNUALE DEI CONTROLLI, che intende attuare per l’effettuazione dei controlli presso gli operatori biologici stessi, nell’anno successivo. Tale “piano dei controlli” deve essere conforme alle linee guida indicate dal Mipaf (Circolare n. 92673 del 29/11/2002), e deve essere redatto ogni anno tenendo presenti i risultati dell’attività di controllo dell’anno precedente, prevedendo ipotesi di sviluppo e le caratteristiche produttive e la consistenza degli operatori biologici sottoposti a controllo.
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE Ciascun Od. C redige e recapita a gennaio di ogni anno a ciascuna regione ove sono presenti operatori da esso controllati, la RELAZIONE ANNUALE DELL’ATTIVITA’, di controllo presso gli operatori biologici stessi, nell’anno passato. Tale “relazione” deve essere conforme alle linee guida indicate dal Mipaf, (Circolare n. 9990540 del 31/03/1999) deve essere redatta ogni anno, E deve contenere il riassunto dei risultati dell’attività di controllo dell’anno precedente, comprese le sanzioni.
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE Distribuzione degli operatori biologici per Od. C operanti in regione 2008 Distribuzione degli operatori biologici per Od. C operanti in regione trend 2002 -2008
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE La vigilanza sugli organismi di controllo operanti sul territorio regionale si esplica con l’effettuazione di: - visite annuali per ciascun organismo nelle sedi nazionali o regionali e - visite annuali sul 3% degli operatori iscritti all'elenco regionale di cui all'art. 5 della LR 28/97 alla data del 31 dicembre dell'anno precedente. Ai sensi del L. R. 28/97 Norme per il settore agroalimentare biologico Determinazione del DG per i CRITERI PER LO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITA' DI VIGILANZA SUGLI ORGANISMI DI CONTROLLO AUTORIZZATI IN AGRICOLTURA BIOLOGICA e delle Delibera di Giunta n. 860 del 8/6/1998: Elenco BIO Delibera di Giunta n. 794 del 5/5/2003: Zootecnia BIO Determinazione dirigenziale n. 6903 del 13/07/1998: vigilanza BIOLOGICO
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE 1_ Verifica del rispetto degli obblighi previsti per gli Od. C dal Reg. CE n. 834/07 e dal Reg. CE 889/2008 2_ Verifica del mantenimento dei requisiti e degli adempimenti previsti negli Allegati I, III del Decreto L. vo n. 220/95 3_ Verifica del rispetto del piano tipo di controllo annuale predisposto dagli Od. C autorizzati operanti sul territorio regionale 4_ Verifica degli adempimenti operativi previsti dal Decreto L. vo n. 220/95 e dalla regolamentazione discendente 5_ Verifica della corretta applicazione della documentazione di sistema approvata, in particolare i procedimenti sanzionatori comminati Unità Vigilanza delle Produzioni regolamentate INDIRETTAMENTE in collaborazione con CFS Sedi degli operatori biologici Visite ispettive e sopralluoghi presso le strutture degli operatori controllati per la verifica dell’attività svolta dagli organismi di controllo DIRETTAMENTE Sedi degli Od. C
PRODUZIONI BIOLOGICHE AREE TEMATICHE OGGETTO DI VERIFICA PRESSO OPERATORE DISPOSIZIONI GENERALI All. III Reg. CEE 2092/91 Dati anagrafici Relazione di visita ispettiva dell’Od. C e Ispezioni strutture aziendali e Analisi su matrici SCHEDA MATERIE PRIME (sementi, piante, fertilizzanti, presidi fitosanitari, ecc. ) Controllo a campione SCHEDA COLTURALE (aratura, semina, raccolta, trattamenti, trapianto, ecc) Controllo a campione SCHEDA VENDITE (prodotti aziendali venduti) CERTIFICAZIONI DI PRODOTTO (Certificato di prodotto)(Autorizzazione stampa etichette)(registro carico/scarico etichette) PRODUZIONI VEGETALI P. A. P. vegetale Periodo di conversione [All. IA Reg. CEE 2092/91] [Circolare R. E. R. del 02/08/02] Relazione di ispezione (semine piante erbacee, ortive ed impianti arborei) Circolari MIPAF N° 9891136 del 1998 e N° 12 del 2000[All. IIA Reg. CEE 2092/91] PRODUZIONI ANIMALI P. A. P. zootecnico Piano di gestione allevamento e Piano di conversione allevamento P. U. D. Z. e R. A. P. PREPARAZIONI ALIMENTARI P. A. P. preparazioni alimentari SCHEDA PREPARAZIONE PRODOTTI Controllo a campione EVENTUALE: Visita ai terreni, strutture, magazzini, stabilimento
VIGILANZA sulle PRODUZIONI BIOLOGICHE Performance Od. C 2004 -2009: andamento non conformità rilevate durante le VI presso Od. C
PRODUZIONI BIOLOGICHE ATTIVITA’ REGIONALE per la qualificazione L. R. 28/97 Norme per il settore agroalimentare biologico - ISTITUZIONE RICONOSCIMENTO DELLE ASSOCIAZIONI PRODUTTORI BIOLOGICI E CONCESSIONE CONTRIBUTI - UNICA RICONOSCIUTA IN RER: Pro. BER Associazione produttori Biologici della regione Emilia Romagna ATTIVITA’ SVOLTE da Pro. BER: Pro. BER - PROMOZIONE COMMERCIALE (contributi da Bilancio regionale) - ASSISTENZA TECNICA (fondi nazionali) ATTIVITA’ REGIONALE: REGIONALE - SUPPORTO allo SVILUPPO DEI PROGETTI DI VALORIZZAZIONE DI Pro. BER - progettazione e realizzazione in collaborazione con la PO Promozione delle produzioni di qualità degli eventi promozionali che coinvolgono gli enti ed i produttori regionali BIOLOGICO
Produzione vitivinicola regionale PLV 2008: 241 MLN € (-16%) Rappresenta il: 6 % PLV regionale (3955 MLN €) 24 % PLV coltivazioni arboree (1000 MLN €) PRODUZIONE LORDA VENDIBILE DELL'EMILIA-ROMAGNA ANNO 2008 - VALORI A PREZZI CORRENTI
Produzione vitivinicola regionale 2008 Suddivisione della produzione per province FC 10% RA 36% Composizione qualitativa della produzione RER RN 4% PC 6% PR 1% FE 1% IGT 40% DOC/DOCG 25% (-1%) RE 15% BO 13% MO 14% Vino da tavola 35% (+1%)
Produzione vitivinicola regionale 2008 Quantitativi di vino prodotti nel 2008 in Emilia-Romagna: 5, 85 MLN di Hl
I 6 consorzi autorizzati in Emilia Romagna ai sensi del DM 29 marzo 2007
PRODUZIONI DI VINI DI QUALITA’ VQPRD: DOC e i DOCG SISTEMA DI CONTROLLO DEI VINI percorso italiano Prima fase: DM 29 maggio 2001 e DM 22 marzo 2002: SPERIMENTALE, facoltativa, soggetti incaricati per i controlli i Consorzi di Tutela. Seconda fase: DM 29 marzo 2007 e DD 13 luglio 2007: obbligatoria, soggetti incaricati per i controlli i Consorzi di Tutela, gli Enti pubblici, gli Od. C. Terza fase: Reg. (CE) N. 479/2008: obbligatoria, soggetti incaricati per i controlli gli Enti pubblici e gli Od. C. “Temporanea” scelta diversa per il controllo degli IGT. Nessuna indicazione per il controllo dell’annata e vitigno in etichetta,
PRODUZIONI DI CARNE BOVINA CON ETICHETTATURA FACOLTATIVA Etichettatura (e rintracciabilità) della carne bovina Reg. 1760/2000 titolo II sezione I questa è OBBLIGATORIA Paese e N. di registrazione dell’impianto di macellazione Paese e N. di registrazione del centro di sezionamento Numero o codice che identifica l’animale o il lotto di animali: esso evidenzia il nesso tra la carne e gli animali o l’animale Paese di ingrasso Paese di nascita
PRODUZIONI DI CARNE BOVINA CON ETICHETTATURA FACOLTATIVA LOGO: Organismo di controllo: Paese di nascita del bovino: Paesi di allevamento: Bovino allevato in Italia per un periodo di: Da: INDICAZIONI Alimentazione: OBBLIGATORIE Stabulazione dei bovini: relative al Macellato in: Reg. 1760/2000 Sezionato in: Titolo II , Sezione I Data macellazione: n° auricolare: n° progressivo carcassa codice fascetta: etichettatura taglio anatomico: Data ingresso allevamento: INDICAZIONI Categoria: FACOLTATIVE Vitellone Età: relative al Reg. 1760/2000 Sesso: Titolo II, Sezione II Tipo genetico: Classifica commerciale nome del taglio: Associaz. Produttori Carni Bovine Romagna CSQA Francia (FR/IT) 250 giorni Az. Agr. Angeli – Bussecchio (FC) priva di grassi animali aggiunti allevamento stallino libero in box Italia 2222 M da X Carni srl via Caio, 1 Bologna Italia 2243 S da Y Carni srl via Tizio, 1 Bologna 17/05/2004 FC 0987654321 11/124 A 123456 20/09/2003 A 18 mesi Maschio Limousine AU 3 Noce
Organizzazioni di produzione di CARNE BOVINA con ETICHETTATURA FACOLTATIVA e relativi Od. C Elenco Organizzazioni situate in Emilia-Romagna autorizzate all'etichettatura delle carni bovine informazioni facoltative Disciplinari approvati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali
PRODUZIONI DI CARNE BOVINA CON ETICHETTATURA FACOLTATIVA Elenco Organismi di controllo (4) operanti in Emilia Romagna autorizzate al controllo dell'etichettatura delle carni bovine informazioni facoltative 1 CSQA Certificazioni Srl (Thiene - VI) 2 BVQI Italia S. r. l. (Milano) 3 SGS Italia S. r. l. (Milano) 4 Cermet (Bologna)
VIGILANZA SULLE STRUTTURE AUTORIZZATE Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari FUNZIONI: Roma - CONTROLLO CONFORMITA’ PRODOTTI COMMERCIALIZZATI (presenza residui, etichettatura, ecc. ) e dal 2008 - AUTORIZZAZIONE E REVOCA ODC - VIGILANZA sugli Od. C (sussidiarietà sull’intero territorio nazionale) - COORDINAMENTO della VIGILANZA sugli ODC Assessorati Agricoltura delle REGIONI (19 Regioni e 2 Province Autonome) FUNZIONI: - VIGILANZA sugli Od. C nel territorio di competenza
Valorizzare: come? NELLA PRODUZIONE - Razionalizzando i processi produttivi (per es. riduzione dei costi: di produzione, di certificazione, ecc. ) - Migliorando le caratteristiche qualitative dei prodotti (sapore, gusto, serbevolezza, parametri nutrizionali, servizi, ecc. ) - Adeguando le caratteristiche al cambiamento delle esigenze dei consumatori, senza perdere il legame con la tradizionalità - Esempi: Gran Suino Padano, Parmigiano-Reggiano, Etichettatura facoltativa
Valorizzare: come? NELLA COMMERCIALIZZAZIONE - Aggregando l’offerta - Strutturando in modo aggregato reti commerciali - Aggregando risorse promozionali e pubblicitarie (Es. “Deliziando” – “Comitato ICE UNIONCAMERE RER in stretto contatto con le CCIAA ed i CONSORZI) - Proponendo soluzioni collettive ai diversi problemi logistici, soprattutto nella penetrazione dei mercati esteri.
Valorizzare: come? NELLA COMUNICAZIONE -Valorizzazione del legame con il territorio, con la sua cultura, con le strutture produttive (azioni di in-coming, coinvolgimento di ristoratori, albergatori, delle “strade dei sapori”, ecc. ) - Informazioni sui processi produttivi - Informazioni sulle caratteristiche organolettiche, nutrizionali e dietetiche dei prodotti - Informazioni sui diversi impieghi dei prodotti - Informazioni sul significato dei diversi marchi di tutela
Valorizzare: come? NELLA FIDUCIA DEL CONSUMATORE Efficacia dei sistemi di controllo e vigilanza per offrire garanzie sull’attendibilità degli strumenti di valorizzazione e comunicazione (marchi ed etichettatura)
Libro verde: proposte RER La Regione Emilia-Romagna si è espressa in particolare su: - Origine delle materie prime - Termini riservati - Autoregolamentazione - Protezione ex officio - Tutela nazionale o regionale
Libro verde: proposte RER Origine delle materie prime: - Obbligo dell’indicazione dell’origine - Chiarezza verso i consumatori - Per i prodotti non trasformati, l’indicazione deve riguardare il prodotto finito - Per i prodotti trasformati, l’indicazione deve riguardare le materie prime prevalenti - Indicare almeno lo Stato membro, o la provenienza extra UE
Libro verde: proposte RER Termini riservati : Le etichette possono contenere termini riservati facoltativi relativi a specificazioni territoriali o all'assenza di determinati prodotti: “prodotti di montagna” “OGM free” Questo a fronte di un adeguato livello di autocontrollo costantemente verificabile
Libro verde: proposte RER Autoregolamentazione : Prevenire o superare crisi di mercato I Consorzi di tutela investono ingenti risorse per la comunicazione delle loro denominazioni Chi provoca aumenti di produzioni tali da determinare crisi di mercato dovrebbe partecipare alla copertura degli interventi di programmazione e regolazione
Libro verde: proposte RER Protezione “ex officio”: Sentenza Parmesan Procedere "ex officio" alla tutela delle denominazioni di origine a fronte di usurpazione o imitazione delle medesime Impegno della UE e degli Stati membri La UE ribadisce che la protezione "ex officio" è già garantita dal Reg. (CE) 882/04
Libro verde: proposte RER Tutela Unione Europea: Denominazioni con notevole reputazione a livello internazionale e forte vocazione all'export = elevato rischio di contraffazione e usurpazione Tutela nazionale o regionale: Altre denominazioni diffuse su mercati locali, meno esposte all'utilizzo non conforme dei marchi d'origine: procedura di riconoscimento semplificata che consenta una protezione di carattere nazionale o regionale
Libro verde: proposte RER Tutela nazionale o regionale: Adeguare con procedure semplificate i disciplinari di produzione in relazione all'evoluzione delle tecniche produttive e delle tecnologie di trasformazione Autorizzazione all’uso di Dop-Igp come ingredienti di prodotti trasformati o di alimenti preparati gestita dagli organismi rappresentativi dei produttori o dall’autorità pubblica