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La storia della Chiesa Greco-Cattolica in Ucraina
La Rus' di Kiev fu uno stato medievale monarchico sorto verso la fine del IX secolo della dinastia dei Rjurik, occupa parte della odierna Ucraina, Russia occidentale (in altre parole: La Grande Russia o pure: La Moscovia), Bielorussia; una parte del nord-est di Slovacchia, Polonia, Lituania, Lettonia e Estonia orientali è considerata il più antico stato organizzato slavo-orientale, del quale Kiev fu a lungo la capitale. Lo stato della Rus' di Kiev nasce verso la fine del IX secolo lungo le sponde del fiume Dnepr (Nipro) (in latino: , Borystenes) come risultato dello stanziamento, avvenuto a partire dal secolo precedente, di alcune tribù variaghe, chiamate Rus’, in alcune zone dell‘Europa nordorientale abitate da tribù slave, finniche e lituane. Verso l'anno 880 dei Rus', capitanati da Rjurik, prendono il potere sull'intera zona, spostando il centro della loro attività a Kiev, allora importantissimo centro commerciale sulla via per Costantinopoli.
Visitatorie da oltremare un dipinto del 1899 di Nikolaj Roerich raffigurante i primi esploratori Variaghi in Russia
Predecessore della dinastia Rjurik e della Rus’ di Kiev, il Khaganato di Rus' potrebbe aver rappresentato uno Stato (o un'unione di città Stato) probabilmente fondato dai Variaghi. I Variaghi venivano in quel tempo chiamati con l'appellativo di Rus’ o Rhos. Rjurik fu il capo variago che conquistò il controllo di Velikij Novgorod intorno al 862. Egli rimase al potere fino alla propria morte avvenuta nel 879. I suoi successori spostarono il centro del potere a Kiev, mantenendo il controllo su tutta la regione fino al 1240. Rurik nel Millenario della Russia, monumento eretto a Velikij Novgorod
Per conoscere di più sulla storia di questo periodo e di questo soggetto: Il libro «Nuovi itinerari» Una serie di itinerari d'arte e cultura, proponendo mete che spaziano dalla Russia e dai Paesi dell'ex Unione Sovietica. Il tema principale di questo volume è la Santa Rus', il dipanarsi della sua storia da Kiev attraverso i centri medievali che oggi vengono compresi nel cosiddetto "Anello d'Oro", Novgorod e Pskov, fino a Mosca e Pietroburgo: «Le perle del Nord: Novgorod e Pskov» «Le città dell’anello d’oro» «Kiev, madre delle città russe» «Mosca: le mille e una cupola» AA. VV. Nuovi itinerari Russia - Armenia - Baltico - Grecia Ucraina - Italia del sud LA CASA DI MATRIONA, 2009. PP. 260
le radici del cristianesimo russo-ucraino Nel IX secolo, i frati Cirillo e Metodio cristianizzarono le tribù slave. Essi infatti, per far comprendere le Sacre Scritture a questi popoli, inventarono un nuovo alfabeto. I popoli slavi sono tradizionalmente divisi lungo linee linguistiche in slavi occidentali (che comprendono i cechi, i polacchi e gli slovacchi), slavi orientali (che comprendono i bielorussi, i russi e gli ucraini) e slavi meridionali (tra cui i serbi, i bulgari, i croati, i macedoni, i montenegrini, i bosniaci e gli sloveni)
Per chi desidera approfondire la sua conoscenza su i rapporti dell’antica Rus’ di Kiev con i suoi vicini paesi cristiani del Europa dell’est, suggeriamo i libri pubblicati dalla Russia Cristiana: VICINI A. Lituania popolo e Chiesa. ed. : LA CASA DI MATRIONA, 1984. pp. 232. ASLANIAN D. Storia della Bulgaria dall’antichità ai giorni nostri. ed. : LA CASA DI MATRIONA, 2007. pp. 512. AA. VV. Storia religiosa dei popoli baltici. ed. : LA CASA DI MATRIONA, 1987. pp. 328. AA. VV. Storia religiosa dell’Ungheria. ed. : LA CASA DI MATRIONA, 1992. pp. 328. AA. VV. Storia religiosa della Polonia. ed. : LA CASA DI MATRIONA, 1985. pp. 286. Popova O. Bisanzio e la Rus'. ed. : LA CASA DI MATRIONA, 1999. pp. 128.
Secondo la tradizione antica l’Apostolo Andrea predicò il Vangelo nella regione del Mare Nero avrebbe viaggiato nel sud dell'Ucraina e la leggenda vuole che egli abbia anche percorso il fiume Dnepr e raggiunto la località che in seguito sarebbe divenuta Kiev, qui venne eretta una croce sul sito dove abitualmente sant'Andrea risiedeva, profetizzando la nascita della città all'insegna del cristianesimo Ordine Imperiale di Sant'Andrea il Protocletos (primo chiamato) fu il primo ed il più alto degli ordini dell’Impero russo Bandiera di S. Andrea - la bandiera ufficiale delle forze navali della Russia
La stemma della città di Inkerman in Crimea, dove fu martirizzato San Clemente La cappella dedicata a lui Pochi anni dopo Papa Clemente (88 -97) venne deportato dall’imperatore Traiano in Crimea dove già c’erano circa 2. 000 cristiani.
Sotto il regno del Principe Igor (914 -945) i cristiani erano già numerosi è significativo che sua moglie Olga, divenuta, alla morte di Igor, reggente del principato (945 -957), si fece battezzare mantenne contatti sia con Costantinopoli sia con l’Imperatore di Germania Ottone I, al quale aveva chiesto di inviare a Kiev un vescovo per l’evangelizzazione dei sudditi del principato. Furono però prevalentemente i missionari di Costantinopoli ad introdurre il cristianesimo nella Rus’ di Kiev.
Nel 988, il capo della Rus’ di Kiev, il principe Vladimiro il Grande, accolse il cristianesimo da Costantinopoli, dando così inizio a un lungo periodo d’influenza bizantina sulla politica e sulla cultura
Il cristianesimo inizio’ a partire proprio dalla zona di Kiev e questa citta’ mantenne per secoli un primato all’interno della Chiesa in Russia
È interessante il fatto che il battesimo di Kiev nel 988 avvenne quando la divisione tra le Chiese di Costantinopoli e Roma non c’era ancora, per cui si può affermare che la Chiesa di Kiev Rus’ fin dal suo inizio era cattolica. I rapporti tra Roma e Bisanzio si interruppero nel 1054. La Chiesa di Kiev intrattenne relazioni con Roma, seppure con qualche pausa Nella Cattedrale di Santa Sofia (1037) si ricevevano i legati pontifici che partecipavano la preghiera liturgica. Dopo l'unione di Brest (15951596) la cattedrale di Santa Sofia venne annessa alla chiesa grecocattolica ucraina finché non venne reclamata dal metropolita ucraino ortodosso Pietro Mogila (Mohyla) nel 1633
Il principe Daniil Galitsky fu incoronato da Papa Innocenzo IV Alexander Nevsky riceve i legati pontifici Granduca Vytautas incontra i legati papali
Nell’anno 1169 iniziò la decadenza di Kiev, quando Andrei Bogoliubskii, duca di Vladimir-Suzdal‘, piombò su Kiev e, dopo averla devastata, si ritirò al nord Dopo il saccheggio di Kiev, seguito dall'invasione mongola della Russia nel 1240 la città cadde in disuso
La cronaca di questo tempo dice così: “Non vi fu pietà per nessuno. Le chiese furono bruciate i cristiani furono trucidati e i sopravvissuti portati in schiavitù”. Frattanto nel 1240 Kiev era stata presa e saccheggiata dai tartari, perdendo cosi la sua posizione per slavi orientali
La Galizia, storicamente la parte più occidentale della vecchia Rus’ di Kiev è una regione storica divisa tra la Polonia e l‘Ucraina L'origine del nome ucraino Halych, (in latino: Galic) è incerta. Alcuni storici credono che il termine abbia a che fare con le popolazioni di origine celtica che si insediarono nelle vicinanze, dato che è correlato a molti nomi simili di luoghi sparsi per L’Europa, come Galatia in Turchia, Gallia in Francia, e Galizia in Spagna. Il Regno di Galizia fu conquistato nel 1341 da Casimiro III, re della Polonia. Attualmente il territorio di Galizia (in altre parole Ucraina Occidentale) diviso in tre distretti amministrativi: cioè oblast’ di L’vov, di Ivano-Frankovsk e di Ternopol’
1439 - Concilio generale della Chiesa di Firenze partecipa Isidor metropolita di Kiev e di Mosca e di tutta la Russia. Isidoro fu promotore dell'unione fra Chiesa ortodossa e cattolica nella permanenza del rito orientale, espresso dalla Chiesa uniate. Fu nominato cardinale-presbitero e legato papale per le province di Lituania, Livonia, Russia e Galizia. L’unione di Firenze non ha effetti duraturi in Russia perché viene rifiutata dal principe di Mosca Vasilij II, che sconfessa Isidoro e, contro il parere di Costantinopoli, fa eleggere un suo candidato a metropolita (si fa risalire a questa data, 1448, l’inizio della autocefalia, cioè indipendenza, della Chiesa russa da quella costantinopolitana; tale autonomia diviene ancora più chiara a partire dal 1453 quando Costantinopoli cade sotto il dominio turco) Papa Eugenio IV. Cattedrale di Santa Maria del Fiore Il messale di metropolita Isidoro, Vaticano
1458 La Chiesa russa si divide in due metropolie (insiemi di diocesi) indipendenti. Una ha sede a Mosca ed afferma sempre piu’ la propria autonomia da Costantinopoli fino a trasformarsi, nel 1589, in Patriarcato e l’altra a Kiev, che mantiene il legame con Costantinopoli (e, quindi, e’ ancora separata da Roma, in quanto l’Unione di Firenze era ovunque naufragata). La metropolia di Kiev, oltre alla sede metropolitana (Kiev, appunto) comprende nove diocesi, politicamente soggette alla Polonia (due) o alla Lituania (sette). Dal 1569 Lituania e Polonia costituiscono un unico Stato.
1595 -96 Unione di Brest La Chiesa ortodossa ucraina di Kiev (che si trova, come detto, in territorio appartenente allo stato polacco) vive un periodo di grave crisi e di forte penetrazione di influenze protestanti (soprattutto calviniste). La Chiesa ortodossa sembra aver perso ogni vigore. Nasce in alcuni vescovi l’idea che una unione con Roma possa salvare il nucleo fondamentale della tradizione cattolico-ortodossa. A Brest si riunisce un sinodo della metropolia ortodossa che stila una richiesta di unione con Roma. Due rappresentanti del sinodo partono per Roma, dove l’unione viene solennemente promulgata da Clemente VIII il 23 dicembre 1595. L’iter formale si chiude l’anno successivo sempre a Brest, dove un nuovo sinodo ratifica l’unione (ottobre 1596). In essa si prevede che la Chiesa greco-cattolica possa mantenere la propria fisionomia liturgica e canonica La chiesa di San Nicola a Brest, dove è stato firmato L’accordo in piena unità con Roma Sigismondo Vasa, noto come Sigismondo I di Svezia o Sigismondo III di Polonia (in latino: Sigismundus Tertius Dei gratia rex Poloniæ, magnus dux Lithuaniæ, Russiæ, Prussiæ, Masoviæ, Samogitiæ, Livoniæque, necnon Suecorum, Gothorum Vandalorumque hæreditarius rex. Nel regno di cui è stato appurato Unione delle Chiese a Brest
Vescovi ortodossi ucraini dei promotori della unificazione delle Chiese che hanno firmato l'unione di Brest: Papa Clemente VIII Il metropolita di Kiev Machail Ragosa Il vescovo Cirillo Terlecki Il Vescovo Ipazio Potsey
Alla fine del XV secolo la regione del est dell’Ucraina attuale venne occupata da schiavi in fuga e da rifugiati ortodossi che scappavano dalle regioni vicine, dove i controlli erano molto più severi. Tutte queste persone vennero definite kazaks (cosacchi), un termine turco che significa fuorilegge, avventuriero o predone. I cosacchi dell’Ucraina con il passare del tempo, diedero vita a uno stato che, anche se ufficialmente era sotto la dominazione dapprima della Polonia e poi della Russia, godeva di una grande autonomia
1654 Kiev e l’Ucraina orientale accettano la sovranita’ di Mosca. Gli ortodossi passano dalla giurisdizione di Costantinopoli al patriarcato di Mosca. 1795 La Chiesa greco-cattolica sotto la pressione violenta perde 8 milioni di fedeli e 9. 316 parrocchie in impero Russo.
1795 Spartizione della Polonia tra Russia, Austria e Prussia. Uno spazio di liberta’ per i grecocattolici resta solo in Galizia (annessa all’impero austro-ungarico). la più popolata e la più settentrionale delle province dell‘Impero Austro. Ungarico dal 1772 al 1918, con L’vov (Leopoli) come capitale
Durante il dominio austriaco, la Galizia venne fermamente governata da Vienna, e molte significative riforme vennero compiute da una burocrazia composta principalmente da tedeschi e cechi germanizzati. La Chiesa greco-cattolica venne rinominata per equipararla alla Chiesa cattolica romana; ottenne dei seminari e in seguito anche un metropolita. Anche se impopolari tra l'aristocrazia, tra il popolo comune queste riforme crearono una riserva di buona volontà nei confronti dell'imperatore, che durò fino alla fine del dominio austriaco. Allo stesso tempo, comunque, l'Austria estrasse dalla Galizia una considerevole ricchezza e coscrisse un gran numero della popolazione nel servizio armato
1939 In forza del trattato Molotov. Ribbentrop la Galizia viene annessa all’URSS e, precisamente, alla Repubblica Socialista di Ucraina. Dopo numerosi cambi di fronte durante la seconda guerra mondiale, il possesso sovietico su questi territori si consolida definitivamente alla fine del 1944 I credenti - nel 1944 erano circa 4 milioni
1946 Concilio di L’vov. Come noto, durante lo svolgersi della seconda guerra mondiale, Stalin allenta la sua pressione sui credenti; ad esempio permette la ricostituzione del Patriarcato a Mosca (1943) e ai funerali del metropolita grecocattolico Andrej Szeptyckij, svoltisi il 1° novembre 1944 alla presenza del segretario del partito ucraino Chruscev, invia addirittura una corona di fiori. Alla fine del conflitto, pero’, Stalin riprende la propria politica antireligiosa e, per quanto interessa la nostra ricerca, decide di “liquidare” la Chiesa greco-cattolica, considerata “alleata del Vaticano” cioe’ di una potenza nemica. Il sistema individuato per questa liquidazione e’ il forzato rientro dei cattolici uniti nel seno della Chiesa ortodossa. Con la collaborazione di tre sacerdoti conniventi (Gavriil Kostel’nik, Michail Mel’nik e Antonij Pel’veckij), viene convocato un “concilio” dall’ 8 al 10 marzo 1946 a L’vov. Non c’e’ ombra di dubbio che questo concilio e’ anticanonico in quanto non vi partecipa nessun vescovo e solo un sesto dei 1. 270 sacerdoti. Lo pseudo-concilio di L’vov. Al centro, l’arciprete Kostel’nik; i vescovi ortodossi Antonij (Pel’veckij) a sinistra e, a destra, Michail (Mel’nik).
1946 -1949 Nei tre anni successivi dopi il concilio anticanonico di L’vov ci fu la distruzione completa della Chiesa greco-cattolica. I vescovi sono arrestati e tutte le mansioni episcopali vengono assunte da creature del Patriarcato di Mosca; il clero in parte abiura il cattolicesimo, in parte e’ imprigionato e in parte entra nella clandestinita’; tutte le chiese (circa 3000), che non erano mai storicamente appartenute al Patriarcato di Mosca, sono assegnate alla Chiesa ortodossa russa. I credenti in una parte piu’ cospicua rifiuta la nuova situazione e continua a vivere e a trasmettere la propria fede cattolica in clandestinita’ per oltre quarant’anni
Nella grande offensiva del regime sovietico contro la Chiesa grecocattolica ci sono state deportazioni in massa di fedeli, l'arresto di vescovi e sacerdoti, ma raramente si ricorse all'assassinio politico. Per saperne di più sulla storia di persecuzione della Chiesa e dei credenti si suggeriscono i seguenti libri della collana Testimoni pubblicati dal Centro «RUSSIA CRISTIANA» ( «La Casa di Matriona» ): CHOMA Ivan, Josyf Slipyj. pp. 160 PUSKAS Laszlo, Teodor Romza. pp. 190 SCALFI Romano, I testimoni dell'Agnello: Martiri per la fede in URSS. pp. 390 JUDIN Aleksej - PROTOPOPOV Grigorij, Cattolici in Russia e Ucraina. pp. 288
Nel 1963 viene liberato il capo dei cattolici uniti, il metropolita Josyf Slipyj, cui viene dato il permesso di lasciare l’URSS (si reca a Roma, dove successivamente e’ creato cardinale da Paolo VI).
1988 Le celebrazioni del millennio del battesimo della Russia offrono l’occasione per mettere mano alla situazione delli greco-cattolici da parte del nuovo governo (dal 1985 e’ al potere Gorbacev con la sua perestrojka) Nel febbraio 1988 Giovanni Paolo II indirizza ai cattolici ucraini un fondamentale messaggio, Magnum Baptismi donum, nel quale rivendica il diritto alla liberta’ religiosa, secondo lo spirito degli accordi di Helsinki. Del resto, gia’ il 2 agosto 1987 due vescovi clandestini, 23 sacerdoti, 11 monaci e 174 laici avevano scritto una coraggiosa lettera a Gorbacev nella quale chiedevano l’immediata legalizzazione della Chiesa greco-cattolica. Per sottolineare questa richiesta, si inscenano anche manifestazioni pubbliche sulla via Arbat a Mosca, allo scopo di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema Gorbacev dichiara ufficialmente a Giovanni Paolo II la sua disponibilita’ a risolvere il problema (lettera del 24 agosto 1989). Vescovi clandestini arrivati a chiedere la legalizzazione, Mosca, Piazza Rossa, 1989
Dall’ottobre 1989 parecchiese, usurpate negli anni ‘ 40 dagli ortodossi, vengono restituite dalle autorita’ locali ai cattolici 1 dicembre 1989: visita di Gorbacev in Vaticano I dati statistici (1 gennaio 1991) parlano, per l’Ucraina occidentale, di 4. 200. 000 greco cattolici (su un totale di 6. 800. 000 abitanti) con 10 vescovi, 954 sacerdoti, 946 seminaristi, 244 religiosi, 706 religiose e 1. 737 parrocchie
MARTIRI · Chiesa cattolica Confessori della fede - Chiesa cattolica http: //www. russiacristiana. org/martiri/approf ondimenti. html
Nel 1991 il partito comunista ucraino venne dichiarato fuorilegge. Il 24 agosto 1991 il Parlamento ucraino dichiarò l'indipendenza e indisse il referendum di conferma e le prime elezioni democratiche della storia dell'Ucraina
Oltre il 97% delle comunità religiose ora registrate in Ucraina sono cristiane Esistono tre maggiori giurisdizioni ortodosse: La Chiesa Ortodossa Ucraina. Patriarcato di Mosca ha 9049 comunità La Chiesa Ortodossa Ucraina. Patriarcato di Kyiv ha 2781 comunità La Chiesa Ortodossa Ucraina Autocefala ha 1015 comunità La Chiesa Greco-Cattolica Ucraina ha 3317 comunità, la cui grande maggioranza si trova nell’Ucraina occidentale La Chiesa Romano Cattolica ha 807 comunità, delle quali più della metà si trovano nelle regioni centrali
il 25 marzo 2011 è stata confermata da Papa Benedetto XVI l'elezione di Sviatoslav Schevchuk ad Arcivescovo Maggiore della Chiesa Greco-Cattolica dell'Ucraina, succesore al cardinal Lubomyr Usar, che ha guidato la Chiesa, dopo le catacombe del regime comunista, fino alla fioritura attuale
Leopoli (in ucraino: L'viv; in russo: L'vov; in polacco: Lwów; tedesco: Lemberg) è una città di 830. 000, capoluogo della regione omonimo, è uno dei maggiori centri culturali dell'Ucraina Fu fondata alla metà del XIII secolo e subito divenne un importante centro commerciale. Fu conquistata dai polacchi nel 1340, rimase sotto l'autorità della Polonia quasi senza interruzioni fino al 1772, anno in cui passò nelle mani degli Asburgo e divenne capitale della provincia della Galizia. Nel 1919 fu occupata ancora dalla Polonia. Le truppe sovietiche si appropriarono della città nel 1939 subito dopo l'inizio della seconda guerra mondiale, e più tardi fu occupata anche dall'esercito tedesco dal 1941 al 1944. Nel 1945 venne inglobata nell'URSS ed entrò a far parte della Repubblica socialista sovietica ucraina. La popolazione polacca fu espulsa, e Leopoli fu ripopolata con cittadini ucraini e russi.
Vista di Leopoli dall'Alto Castello
Ivano-Frankivs'k è un centro storico situato nella parte occidentale dell'Ucraina. È il capoluogo dell' Oblast' di Ivano-Frankivs'k. Prima del 1962, la città era conosciuta come Stanyslaviv. La popolazione stimata al 2005 è di 270. 000 abitanti La città, chiamata Stanisławów, venne eretta nel 1662 dalla famiglia nobiliare polacca Potocki come fortezza per proteggesi dalle invasioni dei Tartari. Nel 1772, dopo le spartizioni della Polonia diviene parte dell’impero austro-ungarico. Nell'ottobre del 1918 l'impero austroungarico decade e viene proclamata la Repubblica Nazionale dell’Ucraina Occidentale. Nel 1919 viene annessa alla Polonia. Dal 1944 fa parte dalla Ucraina covetica